I figli di nessuno | Raffaello Matarazzo (1951)

Risultati immagini per i figli di nessuno matarazzoLui ama lei. Lei ama lui. La mamma di lui non sopporta lei e manda lui in giro per lavoro. Lei viene cacciata dallo scagnozzo della mamma e partorisce il figlio di lui. Il pargolo viene rapito dalla mancata suocera. La ragazza si fa suora. Lui torna e si dispera perché la crede morta. Poi si sposa ed ha una figlia. Il pargolo è cresciuto in collegio, da cui vi scappa per andare alla ricerca delle sue radici.

Oh, il melodramma! Matarazzo allo stato brado. Fiera dei sentimenti più ricattatori e melensi, messi in scena in modo irresistibile e travolgente. In un’inarrestabile ascesa in cui si incontrano il romanzo d’appendice e il racconto d’avventura, il romanticismo e il finto giallo (di cui si conosce già il colpevole: la vecchia ed arcigna mamma), Matarazzo, supportato da una sceneggiatura pressoché perfetta di Aldo Benedetti, dà lustro alla stagione del cinema strappalacrime con energia e violenza intellettuale (è anche un feroce ritratto sulla altaborghesia ipocrita e votata alle convenzioni sociali: da antologia la mogliettina che urla «è tuo figlio!»), portando nelle sale cinematografiche orde di spettatori.

I quali versarono valli di lacrime di fronte a questa storia in cui è umanamente impossibile non piangere. Vorrei citare una scena, forse non immediatamente strappalacrime, ma struggente: l’incontro tra il bambino e la suora, ossia sua madre. Ignorano le proprie identità, ma c’è qualcosa tra di loro che scatta: una scintilla di anomala commozione. E poi il finale scontato, sì (a dire il vero ci sono anche alcune parti involontariamente buffe), prevedibile e calcolato nelle emozioni. Ma quante lacrime, signora mia.

I FIGLI DI NESSUNO (Italia, 1951) di Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari, Yvonne Sanson, Françoise Rosay, Folco Lulli, Enrica Dyrell, Teresa Franchini, Gualtiero Tumiati, Alberto Farnese, Aristide Baghetti, Enrico Glori, Olga Solbelli. Mélo. ***

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