Non se lo filò nessuno, e fu per i maggiori responsabili dello scempio un punto di rottura col passato. Dopo questo clamoroso passo falso, Maurizio Ponzi si è riciclato in tv con Il bello delle donne (poi tornato al cinema con lo sfortunato A luci spente); Emilio Solfrizzi, ancora in coppia con Antonio Stornaiolo (aka Toti e Tata), ha dovuto reinventare il proprio ruolo, cercando altre strade spesso felici; Fabio Canino ha risalito la china solo con Le iene e, più tardi, con le surreali Cronache marziane, fino al panegirico della Carrà; e poi lei, Simona Ventura, che ha preferito la televisione e solo con un sotto-cinepanettone di Boldi ha rigiocato la carta cinematografica.
Fratelli coltelli è un film totalmente sbagliato per varie ragioni (manca di ritmo, è sprovvisto di una storia robusta, non ha brio), privo perfino di una sublimazione trash per la contaminazione di cinema di un certo spessore (Ponzi è un bravo regista) e televisione sicuramente non elevatissima (a metà anni novanta nessuno dei tre protagonisti aveva raggiunto uno status importante). Spesso insopportabile nella sua stoltezza, ha parecchi momenti (in)dimenticabili grazie all’incredibile accento della Ventura, non ancora patinata dal look cafonal dolceegabbanesco. Catastrofico.
FRATELLI COLTELLI (Italia, 1997) di Maurizio Ponzi, con Fabio Canino, Emilio Solfrizzi, Antonio Stornaiolo, Simona Ventura, Dante Marmone, Flavio Bucci, Katia Beni. Commedia. *