Punto d’arrivo della carriera orgogliosamente coerente di Luigi Magni, fa parte di una sorta di commedia umana sulla Roma papalina aperta da Nell’anno del Signore (che a posteriori è una sorta di ouverture) e chiusa da In nome del popolo sovrano (con cui condivide la coralità e l’ambizione all’opera-mondo). Benché abbia a che fare con un giudice gesuita della Sacra Consulta, Magni non rinuncia ad inserire il suo protagonista in un contesto spiritoso, complici i duetti col perpetuo fedele e bonaccione (Carlo Bagno premiato col Nastro d’Argento), quasi a voler sottolineare l’indole complessa e sfuggente di questo cardinale indolente e tormentato, popolano ed aristocratico, padre biologico e padre spirituale.
Affresco fosco sulla decadenza della Curia romana (siamo alle ultime battute dello Stato pontificio), espunto del fustigatore Pasquino e in qualche modo anche del popolo, rappresentato attraverso le funzionali figure dei rivoluzionari come istanze collettive di un malessere diffuso, è il racconto disincantato di un crepuscolo.
Chiaramente metaforico, con gli attentati dei giovani a coreografare la realtà contemporanea degli anni di piombo, sottolineando l’eternità dei contraccolpi nel rapporto tra potere e contestazione in un periodo di crisi dove connessioni e corrispondenze sono sempre calcolate. Veicolato da un insider all’interno delle contraddizioni (chi siamo noi per mandare a morte qualcuno? se siamo in guerra come ci comportiamo?), riesce così a calarsi nelle tenebre del clero (il generale gesuita o “papa nero” del luciferino e magnifico Salvo Randone).
Corso sulle note del fedele Armando Trovajoli (sui titoli di testa c’è il presagio della Bandiera tricolore), è abitato da un meraviglioso Nino Manfredi in stato di grazia, che almeno nella sequenza del processo merita applausi a scena aperta.
IN NOME DEL PAPA RE (Italia, 1977) di Luigi Magni, con Nino Manfredi, Danilo Mattei, Carmen Scarpitta, Giovannella Grifeo, Carlo Bagno, Ettore Manni, Gabriella Giacobbe, Camillo Milli, Rosalino Cellammare, Salvo Randone. Drammatico storico. ***
[…] le risate. Sta qui, in fondo, il genio del casting di Alberto Sordi nel Borghese o Nino Manfredi in In nome del Papa Re, così come d’altronde il ribaltamento dell’icona da latin lover nel Marcello Mastroianni gay […]
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[…] cercavano di guadagnare terreno interpretando padri al bivio (Un borghese piccolo piccolo, In nome del Papa re, Caro papà, La tragedia di un uomo ridicolo…), i cosiddetti malincomici portavano un nuovo mondo […]
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