L’acqua alla gola ce l’ha Paul Newman: se il film è appena passabile è solo grazie lui, che si sbraccia come un esperto nuotatore per salvare la vittima in mare aperto. Molto meglio Detective’s story, l’antesignano di questo Acqua alla gola, risalente a quasi un decennio prima. Paul Newman matura bene, è sempre bello nonché bravissimo, ma è l’unica ragione di esistenza di un gialletto convenzionale e banale con venature un po’ thriller, sostenuto esilmente su una trama confusa e diretto senza troppe pretese.
È l’occasione per il divo di dimostrare cosa vuol dire essere attori: salvare baracca e burattini anche quando l’operazione sembra disperata. C’è lui in scena? Benissimo, male che va lo si può accusare di autocitazionismo. C’è però un passaggio curioso: è quello della piscina. Ecco, lì sì che ragioniamo. Ma per il resto: routine. C’è anche la signora Newman, Joanne Woodward, ma qua e là a lasciare una zampata è Anthony Franciosa.
DETECTIVE HARPER: ACQUA ALLA GOLA (THE DROWNING POOL, U.S.A., 1975) di Stuart Rosenberg, con Paul Newman, Joanne Woodward, Anthony Franciosa, Murray Hamilton, Gail Strickland, Melanie Griffith. Giallo. **