«Bianconeri del Borgorosso-rosso-rosso futbal club!». Si racconta che ci sia stato un referendum nel paesino dove si svolsero le riprese per scegliere i colori ufficiali di questa fantomatica squadra: vinsero i colori della Juventus, e il regalo finale, guarda caso, è Omar Sivori. Dei pochi veri film sul calcio realizzati in Italia, il film di D’Amico non è tra i peggiori, ma fondamentalmente il calcio è un pretesto: è l’ennesimo, strepitoso, ritratto di italiano medio servito su un piatto d’argento ad un Alberto Sordi in gran forma.
Si potrebbe anche dire che il film appartenga a lui più di chiunque altro: il cast non fa nulla per frenare l’impeto protagonista di Albertone, e si raccoglie intorno a lui con rapita devozione. Il suo presidente è un concentrato di tutto il Sordi di vent’anni prima: pedante e dongiovanni, scafato e ossequioso, fortunato e sorprendente. Non delude, ma diverte e riesce, da solo, a sopperire ai mille difetti del film (specie nello sviluppo della storia), quasi risucchiandolo.
IL PRESIDENTE DEL BORGOROSSO FOOTBALL CLUB (Italia, 1970) di Luigi Filippo D’Amico, con Alberto Sordi, Tina Lattanzi, Margarita Lozano, Daniele Vergas, Franco Accatino, Carlo Taranto. Commedia. **