La mia signora | Tinto Brass, Mauro Bolognini e Luigi Comencini (1964)

Negli anni sessanta, i film ad episodi nascevano soprattutto per volere di un produttore. Questa particolare formula tutta nostrana incontrava i bisogni di coloro che dovevano inserire più nomi di richiamo in un unico prodotto, legando i frammenti con un collante non di rado pretestuoso. Di conseguenza, gli autori si esercitavano come potevano, spesso riciclando antichi soggettini collaudati anziché no oppure proponendo ideuzze che non avrebbero retto un lungometraggio.

L’attivissimo Dino De Laurentiis aveva sposato Silvana Mangano quasi per rivaleggiare con Carlo Ponti, coniugato a Sophia Loren. Aveva fatto i conti senza l’oste: alla Mangano non interessavano i lustrini cinematografari a cui ambiva la moglie di Ponti. Lei cercava l’inusitato, osava Pasolini e Visconti. Troppo malinconica per essere una star, certamente una diva secondo il concetto puro di diva: eterea, vellutata, sfuggente. Quando il dolore ha superato la sopportazione si è ritirata, solo di rado si è fatta vedere (DuneOci ciornie – rifiutò anche il ruolo di Elena adulta in Nuovo cinema Paradiso perché già malata).

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La mia signora è innanzitutto un omaggio alla Mangano nella sua stagione più rigogliosamente bella, e attraverso i cinque episodi del film (tutti di buona fattura) si (auto)proclama donna simbolo degli anni sessanta. Affiancata dal re di quel periodo, Alberto Sordi (che ha sempre affermato di aver coltivato una profonda amicizia con la Mangano), si fa rappresentare in diverse vesti, vuoi petulante moglie con la fissa degli uccellini e vuoi prostituta illusa, vuoi donna di enigmatica pignoleria e vuoi giovane moglie sfinita ed annoiata e vuoi fedifraga repressa.

Il migliore è il secondo perché forse più completo e malinconico (di Comencini), ma non si sottovaluti il beffardo cinismo del primo, l’ermetismo buffo del terzo, la romantica freddezza del quarto e la tragicomica finale. Un film che è anche una dichiarazione d’amore, o almeno di ammirazione, come lo sarà Le streghe, più pericolosamente singolare.

LA MIA SIGNORA (Italia, 1964) di Tinto Brass, Mauro Bolognin e Luigi Comencini, con Silvana Mangano, Alberto Sordi, Claudio Gora, Maria Tedeschi, Mino Doro, Elena Nicolai, Elena Fabrizi. Commedia. ** ½

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