Umberto Eco scrisse Il nome della rosa nel 1980 e fu subito successo. Non un best seller come tanti, ma una vera pietra miliare nella storia della letteratura contemporanea, che rinverdì un genere, lo combinò con tematiche apparentemente estranee a quel periodo e diede vita ad un filone fortunato: puro postmoderno. Vincitore del Premio Strega, la fama del romanzo indusse a portarlo sul grande schermo.
La regia fu affidata a Jean-Jacques Annaud, europeo di larghe ambizioni, e il ruolo del protagonista andò a Sean Connery. Una scelta interessante: è come se l’agente segreto, al servizio di sua maestà, James Bond, trasferisca la propria attività nel 1327, in un ambiente al di fuori del glamour del secondo novecento, più fosco, cupo, ma con la stessa ironia di fondo. Il film fu un successo annunciato e contribuì a rendere il libro un long seller, buono per tutte le stagioni.
In realtà il film non sempre funziona. Spesso è prolisso –500 pagine e passa in massimo due ore – e come la narrazione è ostica, il linguaggio si fa misterioso. Ma sta qui il fascino di un film così fuori dai canoni: ti costringe all’attenzione, a non lasciarti sfuggire un particolare, a riflettere sul senso di quell’epoca. E diverte, grazie al fascino dell’intrigo alla Sherlock Holmes. Perché è sì un giallo, anzi un thriller gotico, ma anche una macchina di invenzioni e idee, labirinti contorti e ragionamenti astrusi.
Complesso e avvincente, tuttavia un non riesce a trasmettere tutta la potenza affabulatrice di Eco, la giocosa drammaticità del suo racconto, lo scontro tra culture diverse che si rifanno ad una sola entità. È invece convincente il rapporto tra francescani e benedettini, così vicini ma così lontani, e tra francescani e clero, così lontani e basta. La cornice tecnica sembra a volte soffocare il resto, ma meritano un sacco di elogi lo scenografo Dante Ferretti e il direttore della fotografia Tonino Delli Colli. Franco Franchi avrebbe dovuto interpretare il ruolo poi andato a Ron Perlman.
IL NOME DELLA ROSA (THE NAME OF THE ROSE, Italia-Germania Ovest-Francia, 1986) di Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery, F. Murray Abraham, Christian Slater, Elya Baskin, Michel Lonsdale, Ron Perlman, Leopoldo Trieste, Volker Prechtel. Giallo. ** ½