Big uscì in contemporanea col nostrano Da grande e sono praticamente quasi identici. Poco importa, perché è lo spirito ad essere diverso: lì l’umorismo stralunato in una cornice onirica, qui una favola moderna post nostalgica. La storia del bambino che si ritrova in un corpo adulto è molto coinvolgente, anche perché supportata da una regia frizzante e da una sceneggiatura ricca di ritmo e trovate simpatiche (scritta anche da Gary Ross, poi ancora esperto di neonostalgiche sospensioni dell’immaginario, da Dave – Presidente per un giorno a Pleasantville).
Uno dei primi film da protagonista di Tom Hanks, che ha già la statura e la caratura della star, nonché lo sguardo perso dell’adolescente che è in lui. Pervaso di una magia mai mielosa a cui riesci a credere, della fantasia genuina del film per ragazzi godibile anche per gli adulti: come il protagonista, è un accoglie uno sguardo infantile nonostante l’apparenza. Per dire: la scena in cui Tom Hanks e Robert Loggia (magnate bonaccione) suonano e ballano sul pianoforte nel negozio di giocattoli è indimenticabile per eleganza, finezza, gioia, semplicità e stupore.
BIG (U.S.A., 1988) di Penny Marshall, con Tom Hanks, Elizabeth Perkins, Robert Loggia, John Heard, David Moscow. Commedia fantastico. ***