Uno degli ultimi grandi canti del cigno del mèlo classico. Storia totalmente assurda, resa credibile proprio perché si gioca in un genere al di là del bene e del male. Chi se ne frega se la regia è di routine, se tutto il film non sta in piedi proprio alla sua base narrativa, se c’è ogni tipo di esasperazione. Madame X, con il suo turbinio di tradimenti e redenzioni, crudeltà e peregrinazioni, è uno splendido apologo della illogicità del melodramma hollywoodiano.
Soap opera di gran lusso, costata parecchio e molto redditizia, con una Lana Turner in un ruolo che vale una vita: «sei solo una cassiera: dovevi restare dall’altro lato del bancone», la umilia la suocera, una maestosa Constance Bennett all’ultima interpretazioni. Ultimi venti minuti spettacolari, tra inganni, bugie, omissioni, condanne, malattie, paure e chi più ne ha più ne metta. Un film estremo, sostanzialmente divertente.
MADAME X (U.S.A., 1966) di David Lowell Rich, con Lana Turner, John Forsythe, Ricardo Montalbán, Constance Bennett, Burgess Meredith, Keir Dullea. Mélo. ***