Realizzare un film su Peter Sellers era sicuramente un’esperienza esaltante. Realizzare poi, secondo l’intento degli autori, un film alla maniera di Peter Sellers lo era ancora di più. Perché stiamo parlando di uno degli artisti più clamorosi del secolo scorso, capace di bruciarsi lentamente, fagocitato dall’incombente presenza materna e dalle proprie debolezze: sesso, droga e megalomania. A riconsegnargli la vita perduta sullo schermo ci pensa un Geoffrey Rush mostruoso.
Ma il problema è sempre il solito quando un biopic fallisce: un attore, per quanto bravo, non può portarsi appresso tutto il peso di un film sbagliato. E qui, nonostante comprimari di lusso, tra simbolismi ridicoli e metafore straccione, manichini (Sonia Aquino che fa Sophia Loren) e situazioni patetiche, il film si arena tranquillamente nei primi dieci minuti, rispecchiando appieno la vita del suo abitante principale: come un’altalena, con voli altissimi e picchi bassissimi.
TU CHIAMAMI PETER (THE LIFE AND DEATH OF PETER SELLERS, U.S.A., 2004) di Stephen Hopkins, con Geoffrey Rush, Charlize Theron, Emily Watson, John Lithgow, Miram Margolyes, Peter Vaughan, Sonia Aquino, Stanley Tucci, Stephen Fry, Henry Goodman. Biografico commedia drammatico. * ½