«È una delle cose più brutte mai approdate sullo schermo» disse sconsolato Burt Lancaster di fronte alla frotta di nomination all’Oscar che ricevette il film. Esagerò, perché Airport è spettacolo puro, prevedibile ma assolutamente avvincente perché realizzato nella migliore tradizione del buon vecchio prodotto hollywoodiano (c’è l’Universal dietro).
Parata di star con mille problemi: Lancaster con matrimonio in crisi; la sua amante segretaria Jean Seberg (nouvelle vague da esportazione); il brillante pilota Dean Martin; Helen Hayes (secondo Oscar dopo trent’anni e più), vecchia ladra che si rivelerà utilissima; e poi Jacqueline Bisset, Van Heflin, il tuttofare George Kennedy e una dolentissima Maureen Staplepton (e ha le sue buone ragioni). Ricco e denso, è un filmone buono per tutte le stagioni che inaugura il fortunato filone catastrofico che ebbe una certo eco ad Hollywood negli anni settanta. Reparto tecnico di lusso per l’epoca, ma il migliore dietro le quinte è Alfred Newman, autore di una efficace partitura.
AIRPORT (U.S.A., 1969) di George Seaton, con Burt Lancaster, Dean Martin, Jean Seberg, Helen Hayes, George Kennedy, Jacqueline Bisset, Van Heflin, Maureen Staplepton, Dana Wynter, Barbara Hale. Catastrofico drammatico. **