Che Barbra Streisand sia depositaria di un talento dilagante è indubbio, così come indubbio che il suo stesso ego, a volte, dilaghi. Ne è un esempio quello che, a tutt’oggi, è l’ultimo film da lei diretto. Già dire che abbia solo diretto il film è riduttivo: la Streisand produce, interpreta, musica, vive, riempie, accentra su di sé tutto il film, lo inonda della sua presenza sgraziata (anche quando attua la trasformazione fisica resta comunque bruttarella) e rischia di esagerare.
Sì, il film è piacevole, molto spesso fa ridere perché la sceneggiatura è costruita molto perfettinamente, zeppa di battute ad effetto e di dialoghi pimpanti; e poi ha il merito di raccontare una storia d’amore strana, ma tutto sommato limpida, che coinvolge due personaggi atipici e nel mezzo del cammin di loro vita. Però tutto sembra fatto in funzione della star, e non sempre, per quanto si possa amare Barbra, è irresistibile.
Una commedia hollywoodiana old style che recupera un vecchio classico francese di André Cayatte e lo aggiorna graziosamente (la passione della protagonista per il baseball, l’ossessione del cibo, l’insegnamento pop). Più della star, regna la divina e splendida Lauren Bacall nei panni della sua cinica ed elegante madre e si guadagna l’unica nomination all’Oscar della sua carriera. Andata a vuoto. Ah, l’Academy.
L’AMORE HA DUE FACCE (THE MIRROR HAS TWO FACES, U.S.A., 1996) di Barbra Streisand, con Barbra Streisand, Jeff Bridges, Lauren Bacall, George Segal, Mimi Rogers, Pierce Brosnan, Elle Macherson. Commedia sentimentale. ** ½