Il genere in cui meglio sguazza la figlia più celebre di Luigi Comencini è la commedia famigliare, quel tipo di storia che si concentra su un microcosmo particolare al contempo anche universale, ragionando più sulle piccole cose che nascondono grandi problemi, riuscendo a fornire un ritrattino che ha come massima ambizione quella di raccontare una storia.
Un coro di personaggi scritti molto bene, che l’autrice non lascia mai abbandonare alla caricatura come sarebbe più semplice, viene colto nella sacra rappresentazione della festività natalizia, vero e proprio teatro di guerra nella maggior parte delle case normali: a scombussolare le carte in tavola ci pensa Giulia, l’apparentemente realizzata madre di famiglia, che, così d’improvviso, si rende conto di non essere felice e torna nella natia Puglia, gettando nel panico i congiunti.
Senza pretese, con gusto raffinato ma non altezzoso, la Cristina fotografa con squisito affetto il gruppo di famiglia disastrata tra Bologna e Trani, muovendosi leggiadramente tra le frustrazioni e i segreti dei suoi insicuri personaggi. Nonostante la poca efficacia del segmento con Stefania Sandrelli e Claude Brasseur, può vantare una omogeneità e una precisa cifra stilistica che caratterizza le opere più ispirate della regista. È sostanzialmente un film d’attori (ben diretti) fondato sulla dialettica del duetto (Neri-Abatantuono, Abatantuono-Dazzi, Dazzi-Neri, Neri-Sassanelli…), in cui si registrano una delle prove migliori di Francesca Neri e gli ottimi Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi.
MATRIMONI (Italia, 1998) di Cristina Comencini, con Francesca Neri, Diego Abatantuono, Stefania Sandrelli, Claude Brasseur, Cecilia Dazzi, Emilio Solfrizzi, Lunetta Savino, Paolo Sassanelli, Claire Keim, Maria Pia Calzone, Fabio De Luigi. Commedia. ***