FEMMINE CONTRO MASCHI (Italia, 2011) di Fausto Brizzi, con Claudio Bisio, Nancy Brilli, Emilio Solfrizzi, Luciana Littizzetto, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Serena Autieri, Francesca Inaudi, Wilma De Angelis. Commedia. *
Non che Maschi contro femmine fosse un capolavoro, anzi. Ma il suo secondo tempo, le cui uniche differenze stanno nel titolo invertito e nel passaggio di alcuni non protagonisti al rango di protagonisti, è di un livello ben più mediocre rispetto alla prima parte del dittico. Perché? Perché il tema di fondo (gli scontri tra sessi) si era pressoché esaurito con il più riuscito Ex e questi ultimi due non sono altro che digressioni senza importanza, di impianto più semplice ed ovvio (non c’è l’intricata rete di rapporti alla Richard Curtis), costellate da personaggi scritti maluccio.
Qualcuno ha tirato in ballo la commedia all’italiana minore degli anni sessanta, come i vari Adulterio all’italiana o Le fate, per l’impostazione ad episodi (neanche troppo velata qui) e il tono spensierato tipicamente da boom economico. Si dimentica, appunto, che l’Italia degli anni sessanta viveva un momento a dir poco lontano dal clima contemporaneo.
Tre storie: i divorziati Claudio Bisio e Nancy Brilli devono fingere di stare ancora insieme per far piacere alla moribonda suocera Wilma De Angelis (un amore di donna, ma la recitazione è un’altra cosa); il troglodita Emilio Solfrizzi perde la memoria e la raffinata moglie Luciana Littizzetto lo riformatta da capo a suo piacimento; all’insaputa delle compagne, Ficarra e Picone girano le sagre con una cover band dei Beatles.
Nonostante la patinata confezione e un piglio registico comunque con una sua peculiarità, è una commedia incredibilmente piatta che raramente fa ridere o sorprende, le cui cose migliori sono il leitmotiv Vuoto a perdere (c’è dietro la corazzata Vasco-Curreri) e qualche numero di bravura di Bisio e Solfrizzi giusto per la bandiera. Deludente, ripetitivo, gira a vuoto salvandosi qualche volta con le furbizie del mestiere.