Nella Virginia degli anni sessanta, un ragazzo osserva lo sputnik nel cielo e decide di sovvertire il destino che lo vuole minatore come la maggior parte dei suoi compaesani, compreso il padre sovrintendente della miniera. Sostenuto dall’insegnante di chimica e fisica, prepara con gli amici un razzo da lanciare nello spazio ed ottiene una borsa di studia.
Ispirato alla vera storia di Homer Hickman, ingegnere della NASA, è una toccante parabola rurale e educativa che racconta la realizzazione di un sogno nei termini di un classico feel good movie americano. Riuscendo a trasmettere il senso della lunga gestazione tormentata, intuisce nella dicotomia tra il “su” del cielo e il “giù” della miniera la chiave per interpretare un moloch della cultura nazionale con intelligenza.
Nel solco della tradizione, è denso di sottotesti e caratteristiche tipicamente del filone: la concretezza della working class, la fiducia nello studio, il disincanto degli adulti (perfetto Chris Cooper, padre rigido ma disposto a ricredersi), l’amicizia tra adolescenti, la morte come passaggio formativo. Puro artigianato di livello esimio, è un film commovente ed appassionante, che ha l’ampio respiro del classicismo, lo sguardo sincero della giovinezza, le braccia aperte verso il pubblico. Storia di sogni, di ideali, di passioni.
CIELO D’OTTOBRE (OCTOBER SKY, U.S.A., 1999) di Joe Johnston, con Jake Gyllenhaal, Chris Cooper, Laura Dern, Chris Owen, William Lee Scott, Chad Lindberg, Scott Miles, Natalie Canerday. Biografico drammatico. *** ½