Iron Man 3 | Recensione

IRON MAN 3 (U.S.A., 2013) di Shane Black, con Robert Downey Jr., Ben Kingsley, Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce, Jon Favreau, Rebecca Hall. Fantascienza azione commedia. *

Anche i giocattoli più nobili si rompono. Via alternativa alle letture psicanalitiche e tragiche del Batman di Nolan e ai ripiegamenti adolescenziali dei vari Spider Man, la vena ironica e brillante degli Iron Man aveva trovato le sue ragioni d’esistere nel volto sornione del risorto Robert Downey Jr. e nella messinscena rutilante che non si prende mai sul serio.

Dopo l’apoteosi della spericolata contaminazione di superomismo, umorismo e caciara nel buon The Avengers, il terzo capitolo di Iron Man è una stanca e fiacchissima riproposizione di modelli e cliché già ampiamente sperimentati ed inserita perfettamente in una logica di ripetizione dell’esistente o, molto più rozzamente, di usato sicuro.

Al di là degli effetti speciali, ormai ad un livello di perfezionismo quasi irritante, che restano la vera attrazione per il pubblico tipico di film di questo genere, la trama è francamente inesistente, dilatata per due ore e dieci senza una ragione narrativa, priva di afflato eroico, eccessivamente affidata al potere delle macchine da una parte e al fascino del protagonista dall’altra.

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Una specie di goffa estremizzazione degli elementi di commedia rappresentata dall’eccesso di battute di spirito (che inducono certamente alla risata, ma che sembrano inserite per riempire e far dimenticare degli evidenti vuoti di sceneggiatura) si lega alla mancanza di un interesse nei confronti delle dinamiche dei cattivi, capitanati apparentemente dal Mandarino, ridotto ad una maschera di Carnevale che Sir Ben Kingsley interpreta gigioneggiando troppo,  ed effettivamente da un Guy Pearce oramai votato ai ruoli di squilibrato.

Non funzionano del tutto le preoccupazione di Tony Stark (insonnia, attacchi di panico, fragilità varie) perché poco coerenti con il resto del personaggio nonché scritte male, non funziona il finale alla stregua dello spot che gira in televisione con l’attore e l’auto, non funziona come spettacolo. Piacerà ai bambini (c’è anche un ragazzino genialotto e temerario, forse un futuro erede) e agli amanti dell’ovvio. (Ma chi ha eletto un presidente così impacciato?).

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