Diretto da Mario Camerini, che all’epoca era il regista principe del cinema italiano assieme ad Alessandro Blasetti, è la versione cinematografica più fedele del capolavoro di Alessandro Manzoni – la migliore è quella televisiva di Sandro Bolchi del 1965. Pleonastico ricordare la trama.
Partendo da cotanta materia, il film deve per forza fare di necessità virtù. Sacrifica un disegno minuzioso dei protagonista, si affretta in molti passaggi, abbonda di legnosità, dilatazioni, freddezze. Allo stesso tempo è un ottimo esempio di film-canone che vive grazie all’immenso – per l’epoca – sforzo produttivo della Lux, con l’apoteosi raggiunta con la ricostruzione del Duomo di Milano.
Re della commedia, Camerini orchestra bene il dramma, e anche il cast non si fa dir male, a partire dal Renzo di Gino Cervi pur improbabili per età, passando per il Don Abbondio di Armando Falconi, il Cardinale Borromeo di Ruggero Ruggieri (che poi sarebbe stato la voce del crocifisso di Don Camillo, con Gino Cervi, guarda caso), l’Innominato di Carlo Ninchi e la Gertrude di Evi Maltagliati.
I PROMESSI SPOSI (Italia, 1941) di Mario Camerini, con Gino Cervi, Dina Sassoli, Enrico Glori, Luis Hurtado, Armando Falconi, Gilda Marchiò, Carlo Ninchi, Evi Maltagliati, Ines Cristina Zacconi, Franco Scandurra, Ruggero Ruggeri. Drammatico. ** ½