Seconda puntata della tetralogia con protagonista il Maresciallo Carotenuto alias il sornione e adorabile Vittorio De Sica. Ritroviamo i personaggi del precedente capitolo, ma con un elemento in più a dare pepe all’intreccio: sì l’ambientazione rurale, sì la voglia di ricominciare, ma anche la gelosia. E in un mondo contadino, in cui già il pane condito con l’amore e la fantasia è una conquista, l’ingresso del sentimento che fece impazzire Otello non può che far scombussolare le carte.
Tuttavia, al di là dell’evidente pretestuosità di un’operazione nata sull’onda del successo (e che Luigi Comencini diresse di malavoglia), l’allegra simpatia resta immutata, ma non mancano i momenti agrodolci: neorealismo rosa al cento per cento, anche se il pedinamento è lasciato in un angolino, con la genuinità agreste a segnare il sano intrattenimento popolare del dopoguerra.
E la freschezza dei personaggi (il Maresciallo della caserma accanto, la Bersagliera della scatenata Lollo qui in trionfo gitano, la levatrice della sobria e passionale Marisa Merlini, la Caramella dell’immortale Tina Pica, il parroco Virgilio Riento, i carabinieri Memmo Carotenuto e Roberto Risso), la credibilità delle vicende, il tocco intimista che si incontra al meglio col racconto universale ci dicono ancor’oggi che Pane, amore e gelosia è il cinema che ancora non si dispera. Con il grande cammeone finale di Yvonne Sanson a mettere il sigillo.
PANE, AMORE E GELOSIA (Italia, 1954) di Luigi Comencini, con Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Marisa Merlini, Tina Pica, Roberto Rissi, Maria Pia Casilio, Virgilio Riento, Memmo Carotenuto, Saro Urzì, Tecla Scarano, Vittoria Crispo, Nino Vingelli, Gigi Redere, Yvonne Sanson. Commedia. ***