Benché non sia tra i più riusciti esiti della carriera di Mario Monicelli, questa satira politica scritta dai sempreverde Age e Scarpelli fiuta l’aria del tempo (epoca di tentativi di golpe, più che altro ad opera di nostalgici sfrantummati) pur non centrando del tutto il bersaglio.
A parte i dinamici titoli di testa, qualche sequenza che va a segno (al cimitero!) e la grande prova del maiuscolo Ugone nazionale, è un film che vuole ma non può, sa ma non riesce, in una sorta di medietà che non gli permette di essere quel che si propone: una cattivissima parabola grottesca sulla cialtroneria italica che trova nell’intrigo politico-militare l’ideale luogo per esaltarsi.
Forse i motivi delle perplessità stanno alla base: sono già ridicoli questi generali e deputati di destra che rimpiangono il fascio che ficcarli pure in una commedia li rende quasi simpatici (ma gli autori sono di comprovato antifascismo militante). Come dire, la realtà ha abbondantemente superato la fantasia, seppur fervida, della coppia d’oro (più Monicelli). Memorabile il nome del personaggio di Carla Tatò: Marcella Bassi Lega. Ah, gli sceneggiatori di una volta.
VOGLIAMO I COLONNELLI (Italia, 1973) di Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi, Claude Dauphin, Duilio Del Prete, Giuseppe Maffioli, François Perier, Carla Tatò. Commedia. ** ½