L’inatteso successo di Due irresistibili brontoloni convinse la Warner a puntare di nuovo sulla commedia grigia, affidandosi all’intramontabile splendore di Jack Lemmon (70 anni) e Walter Matthau (75). Romcom estiva sul classico tema del “non è mai troppo tardi”, il racconto delle schermaglie con una ristoratrice italiana appena giunta in paese finisce per essere una delle più garbate ed esilaranti commedie degli anni novanta.
Merito dello sconfinato mestiere dei due protagonisti, capaci di reggere e dominare un film in cui la loro evidente anzianità (le rughe, le smorfie, i movimenti) è un dato irrilevante rispetto all’attivismo (non stanno un attimo fermi o placidi: si pensi a tutta la questione della pesca). Sarà perché portano in dote l’evocazione della leggerezza wilderiana, ma il film è così spassoso proprio in virtù della perfetta e consumata alchimia tra il gaio Lemmon e il burbero Matthau.
A mettere ulteriore brio, accanto alla recidiva Ann Margret, già oggetto del desiderio del precedente capitolo e infine capitolata con Lemmon, ci pensa Sophia Loren in una delle partecipazioni più significative della sua maturità divistica, in equilibrio tra la genuinità popolaresca che la portò ad Hollywood e il provocante glamour della sua immagine da copertina.
Ultimo ruolo per il grande quasi novantenne Burgess Meredith, che, nel ruolo dell’anziano padre di Lemmon, saluta lo schermo spirando di fronte ad un bellissimo lago. Potrebbe essere considerato uno dei modelli all’origine del filone brillante sulla terza età dilagante da qualche lustro, ma appartiene soprattutto al discorso amoroso tra i due attori, al sesto incontro sul grande schermo. All’epoca molto criticato, oggi quasi un classico.
THAT’S AMORE – DUE IMPROBABILI SEDUTTORI (GRUMPIER OLD MEN, U.S.A., 1995) di Howard Deutch, con Jack Lemmon, Walter Matthau, Ann-Margret, Sophia Loren, Ann Morgan Guilbert, Burgess Meredith, Daryl Hannah, Kevin Pollak. Commedia. ***