L’anziana matriarca di una famiglia della borghesia romana, che ogni domenica costringe le sue figlie con annessi congiunti a pranzare da lei, si rompe il femore. L’infortunio innesca una serie di sfortunati eventi, svelando la fragilità e l’ipocrisia del precario equilibrio familiare: Susanna è tradita dal marito avvocato, Sofia fugge dopo l’ennesimo compromesso rifiutato dall’integerrimo coniuge, Barbara è depressa perché non riesce ad avere figli.
Quando toccano temi ed ambienti che conoscono bene per deformazione sociale, i fratelli Vanzina, al netto dei risultati, riescono sempre a comunicare una certa aderenza naturalistica all’oggetto del racconto. Loro, la famiglia Malorni, la conoscono a memoria: sanno cosa vuol dire vivere nel ricordo di un patriarca assente, hanno osservato come i fedifraghi conciliano l’appuntamento al circolo canottieri e la settimanale scappatella extramatrimoniale, mettono in luce il destino piccolo borghese degli ex contestatori.
A conti fatti, Il pranzo della domenica (un titolo che è un rito in grado di trasmettere il senso di un mondo, le regole di un ceto, la liturgia di uno stato d’animo) è il loro film più sincero alle porte della maturità, in ideale continuità con Sapore di mare e Il cielo in una stanza. Il microcosmo del ritratto di famiglia, inoltre, è l’occasione per riflettere su vizi e virtù del popolo, ma è forse l’aspetto meno riuscito tra battute troppo facili e convenzionali ammiccamenti alla contemporaneità. Rimane il qualunquismo di fondo, ma è meno fastidioso e più intimamente legato al sornione cinismo romano. Bel cast, ma la grande Giovanna Ralli domina tutto e tutti.
IL PRANZO DELLA DOMENICA (Italia, 2003) di Carlo Vanzina, con Massimo Ghini, Barbara De Rossi, Maurizio Mattioli, Elena Sofia Ricci, Rocco Papaleo, Galatea Ranzi, Giovanna Ralli, Paolo Triestino, Luigi Montini, Marco Messeri, Gianfranco Barra, Angelo Bernabucci, Maria Paiato, Paolo Calabresi, Amadeus. Commedia. ***
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