Il 15 aprile del 1967, esattamente cinquant’anni fa, Totò lasciava questo mondo. In realtà, sin dal maestoso doppio funerale che gli furono concessi a furor di popolo, Totò non ha mai lasciato questo mondo. Probabilmente è l’unico attore italiano che conoscono tutti, s’impara a conoscere da bambini per le mille repliche dei suoi film e si continua a riderci fino alla vecchiaia. Totò, inutile ribadirlo, è un patrimonio.
Di Totò, causa l’importante anniversario, sta parlando chiunque ed è forse pleonastico l’ennesimo articolo celebrativo. Segnalo qualcosa:
- Alberto Anile, Totalmente Totò (Cineteca di Bologna, 2017). Appena uscito, è un fluviale coronamento degli studi di Anile sull’attore, punto d’arrivo dopo alcuni lavori editi negli ultimi vent’anni. Appassionato, competente, di lettura agilissima, il libro ripercorre opere e miracoli del principe de Curtis partendo dal presupposto che la sua comicità d’avanguardia sia stata sprecata dall’opportunismo di produttori senza scrupoli interessati a normalizzarlo entro territori piccolo-borghesi. Tesi forse non del tutto condivisibile (il Totò piccolo-borghese resta sempre un genio in grado di sabotare la normalità con estri anarcoidi) ma il libro, per certi versi davvero definitivo, è una totale goduria.
- Gabriele Niola, “I 6 anni che hanno creato Totò” (Badtaste). Hayao Miyazaki sostiene che un artista non abbia più di dieci anni di vera creatività, di apice, dopo i quali si ripete. Niola sostiene che questo periodo aureo per Totò sia quello compreso tra 1954 e il 1960, gli anni delle collaborazioni con Mario Monicelli, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Mauro Bolognini. Tesi interessante, magari un po’ forzata però c’è del vero.
- Giuseppe Montesano, “Totò, che non appartiene a nessuno ma è di tutti” (Il Mattino). Montesano, che è un bravissimo scrittore napoletano (ricordiamo sempre Di questa vita menzognera) con una certa attrazione alla decadenza, scandaglia il Principe con raffinato trasporto. Altro intellettuale folgorato dal genio che s’inchina all’assurdo di una maschera di straripante vitalità, che va oltre la morte perché l’ha sempre esorcizzata, sedotta, burlata in vita.
- Angelo Carotenuto, “L’ultima di Totò: tre funerali e una bara vuota” (il Venerdì di Repubblica). Un intrigante colloquio col nipote omonimo che rievoca gli ultimi istanti di vita e la famosa vicenda delle esequie, una specie di ultimo spettacolo.
- Edmondo Berselli, “A tutto Totò“. Anche il più brillante intellettuale italiano del terzo millennio, che è mancato davvero troppo presto lasciando un vuoto enorme e tuttora non colmato, si è misurato col mistero Totò. Fenomenologia, ontologia, antologia, filosofia in una recensione ad un libro di Marco Giusti che è solo un pretesto per volare – come sempre – altissimo.
- intervista a Mario Castellani. Più dei vari Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi o Nino Taranto, coprotagonisti di lusso e divi conclamati, la vera spalla di Totò fu Castellani, che del Principe fu anche amico fedele e fidato. Mitico onorevole Trombetta (Totò a colori) e Mezzacapa (Totò, Peppino e… la Malafemmina), qui parla del suo sodalizio artistico ed umano con schiettezza e passione.
Totò si può sviscerare quanto e come si vuole. Tuttavia, personalmente, preferisco far parlare lui e i suoi film, alcuni belli altri brutti, sempre attraversati dalla stella del suo genio. Questa è la mia top twenty.
20. NAPOLI MILIONARIA (1950) di Eduardo De Filippo, con Eduardo De Filippo, Leda Gloria, Titina De Filippo.

19. TOTÒ DIABOLICUS (1962), di Steno, con Raimondo Vianello, Nadine Sanders.
18. TOTOTRUFFA ’62 (1961) di Camillo Mastrocinque, con Nino Taranto, Ernesto Calindri, Oreste Lionello.

17. SIGNORI SI NASCE (1960), di Mario Mattòli, con Peppino De Filippo, Delia Scala, Lidia Martora Maresca, Carlo Croccolo.
16. TOTÒ, FABRIZI E I GIOVANI D’OGGI (1960), di Mario Mattòli, con Aldo Fabrizi, Franca Marzi, Rina Morelli.

15. LETTO A TRE PIAZZE (1960), di Steno, con Peppino De Filippo, Nadia Gray, Aroldo Tieri.
14. QUESTA È LA VITA (1954), di Luigi Zampa.
13. CAPRICCIO ALL’ITALIANA (1967) di Pier Paolo Pasolini, con Ninetto Davoli, Laura Betti, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia.
12. TOTÒ SCEICCO (1950), di Mario Mattòli, con Aroldo Tieri, Tamara Lees, Arnoldo Foà.

11. L’ORO DI NAPOLI (1954), di Vittorio De Sica.
10. RISATE DI GIOIA (1960), di Mario Monicelli, con Anna Magnani, Ben Gazzara.
9. TOTÒ, PEPPINO E I FUORILEGGE (1956), di Camillo Mastrocinque, con Peppino De Filippo, Titina De Filippo, Franco Interlenghi, Dorian Gray.
8. 47 MORTO CHE PARLA (1949), di Carlo Ludovico Bragaglia, con Silvana Pampanini, Carlo Croccolo, Gildo Bocci.
7. TOTÒ LE MOKÒ (1949), di Carlo Ludovico Bragaglia, con Carlo Ninchi, Gianna Maria Canale, Luigi Pavese.
6. I TARTASSATI (1959), di Steno, con Aldo Fabrizi, Louis de Funes.
5. LA BANDA DEGLI ONESTI (1956), di Camillo Mastrocinque, con Peppino De Filippo, Giacomo Furia, Memmo Carotenuto.
4. MISERIA E NOBILTÀ (1954), di Mario Mattòli, con Sophia Loren, Enzo Turco, Dolores Palumbo, Carlo Croccolo.
3. TOTÒ A COLORI (1952), di Steno, con Franca Valeri, Vittorio Caprioli, Virgilio Riento.
2. GUARDIE E LADRI (1951), di Steno e Mario Monicelli, con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Carlo Delle Piane.
1. TOTÒ, PEPPINO E LA…MALAFEMMINA (1956), di Camillo Mastrocinque, con Peppino De Filippo, Vittoria Crispo, Dorian Gray, Mario Castellani, Teddy Reno.
Signorina (intestazione autonoma)
veniamo noi con questa mia a dirvi, adirvi una parola, che scusate se sono poche ma 700 mila lire ;a noi ci fanno specie che quest’anno, una parola, c’e’ stata una grande moria delle vacche come voi ben sapete . : questa moneta servono a che voi vi consolate dei dispiacere che avreta perche’ dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimi di persona vi mandano questo perche’ il giovanotto e’ uno studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioe’ sul collo . ; . ;
salutandovi indistintamente
i fratelli Caponi(che siamo noi)