Maestro genovese viene spedito, per un errore, in un paesino vicino Napoli. Tratto dal best seller del maestro Marcello D’Orta, è un libero adattamento ruffiano e dolciastro, diretto da Lina Wertmuller in difensiva che rinuncia alle isterie tipiche della sua degenerazione registica (dalla metà degli anni ottanta in poi) ma non alla sequela di stereotipi e luoghi comuni della Napoli dei bassifondi.
Paolo Villaggio, in un ruolo dimesso ed emblematico, agisce di sottrazione, in contrasto con i comprimari napoletani, compresi i bambini che dimostrano come perduri l’antica idea che quella città sia il teatro naturale del suo popolo. Film edificante e melenso, che cerca di piacere a tutti, con un finale in cui la morale espressa dal titolo si cadenza sul wonderful world di Louis Armstrong.
IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO (Italia, 1992) di Lina Wertmuller, con Paolo Villaggio, Isa Danieli, Paolo Bonacelli, Gigio Morra, Sergio Solli, Ester Carloni, Adriano Pantaleo, Ciro Esposito. Commedia drammatico. **
[…] ripieni e pesci in faccia), sono trascurabili le trasposizioni letterarie come il longseller Io speriamo che me la cavo e Ninfa plebea. Inattiva da qualche tempo, ormai novantenne, è una delle ultime memorie storiche […]
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[…] e lunedì, addomestica il suo estro con un’altra trasposizione, quella tratta dal bestseller Io speriamo che me la cavo, risolta con pigra furbizia, e forse ci si aspettava da lei un maggiore controllo […]
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[…] l’idillio nostalgico del puteolano Sabato, domenica e lunedì, la scugnizzeria disgraziata di Io speriamo che me la cavo, la fuga nell’entroterra di Ninfa plebea, ecco che l’incontro tra Napoli e Lina Wertmüller […]
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[…] a Napoli: ieri, oggi, domani. Sabato, domenica e lunedì (1990) – Io speriamo che me la cavo (1992) – Ninfa plebea (1996) – Ferdinando e Carolina (1999) – Francesca e […]
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