Into The Wild | Sean Penn (2007)

George Bush Senior parla alla nazione per giustificare l’attacco americano in Medio Oriente. Chris lo vede ad una tv in locale di passaggio, ma non sembra esserne toccato. Ormai non fa più parte del mondo ufficiale: ha scelto l’altrove nascosto nell’evidenza della natura, che manifesta bellezza nelle mille epifanie del suo incanto naturale.

È un road movie di spericolata necessità, lungo le strade verso l’ignoto, che diventa naturalmente un viaggio interiore dentro Chris, la mina vagante di una società che non è riuscita a conformarlo al suo volere. Il racconto non ne veicola l’idealizzazione: constatata l’ineluttabile destino di un diverso, dopo averlo visto sul palco per la consegna del diploma, come si relaziona con i genitori nell’economia del proprio futuro.

Chris scappa dalla realtà anche perché la teme (perché la conosce?) e ne trova un’altra, maledettamente affascinante (che non conosce). Rischia l’asocialità, ma entra in contatto con altri diversi in quanto autentici: dove risiede il senso della vita, in un libro di Tolstoj o Pasternak o nel donare un gettone per far continuare la telefonata ad un uomo, nello scalare un monticciolo o nel traversare un insidioso fiumiciattolo, nell’estirpare un fiore o nell’incontrare un orso?

È il vento selvaggio che l’avvolge e lo destina verso un inevitabile epilogo, solo apparentemente misantropo, ma vissuto, appunto, nel contatto con una natura preleopardiana. L’esperienza familiare potrebbe far pensare ad una sorta di idiosincrasia verso l’ipocrisia borghese della triade dio-patria-famiglia, ma è anche vero che è anche solo grazie a certi uomini e a certe donne se nel suo percorso di autocoscienza verso l’Alaska riesce a crescere e mutare.

È indubbio che lui disprezzi (odiare no, non ne è capace) la società nella quale ha vissuto per vent’anni, ma è più corretto dire che rifiuta l’omologazione che essa impone. Il fascino che Chris esercita sulle giovani generazione sta esattamente tutto in questa scelta ostile e al contempo propositiva: lasciare il mondo per sfuggirne, cercarne un altro per restarne avvinto.

Alla quinta prova dietro la macchina da presa, Sean Penn dà l’anima e il corpo, il sangue e la ragione per restituire una goccia di splendore di una persona che viaggiava in direzione ostinata e contraria, col suo marchio di speciale disperazione. Duro, scarno, essenziale, forse con qualche minuto di troppo, ma quante emozioni in questa parabola di sudore e sofferenza, passione e nitidezza.

INTO THE WILD – NELLE TERRE SELVAGGE (INTO THE WILD, U.S.A., 2007) di Sean Penn, con Emile Hirsh, William Hurt, Marcia Gay Harden, Vince Vaughn, Hal Holbrook, Catherine Keener, Kristen Stewart, Zach Galifianakis. Drammatico avventura biografico. *** ½

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