LA MÉLODIE (Francia, 2017) di Rachid Hami, con Kad Merad, Samir Guesmi, Renely Alfred, Jean-Luc Vincent, Corinne Marchand, Slimane Dazi. Drammatico. **
Un concertista malinconico – se non triste – diventa insegnante di violino in una classe multietnica, nell’attesa di poter partire in tournée con un quartetto d’archi. Dapprima indisciplinati, col trascorrere dei mesi i ragazzini imparano a fidarsi del maestro e, illuminati sulla via della musica, si preparano all’esibizione di Natale: loro hanno bisogno di lui quanto lui ha bisogno di loro. E il rapporto con uno studente appassionato cambia la sua prospettiva esistenziale.
La mélodie fa parte di quella ormai vasta categoria di film francesi edificanti e consolanti, racconti di formazione, anche oltre l’età giovanile, incentrati sul confronto tra un personaggio incupito dalla vita e un altro capace di sconvolgerne positivamente il corso. In questo caso, l’incontro avviene tra un singolo e un gruppo e, più nello specifico, tra un insegnante che deve imparare ad educare e un coro che ha bisogno di motivazione per poter crescere.
Programmato per essere ciò che infine risulta essere, cioè la narrazione allo specchio di due educazioni in fieri nel contesto di un ceto medio a cui le istituzioni sono attente senza assicurare seri strumenti di applicazione delle politiche sociali, è un classico film natalizio dalla forte dimensione buonista, un sorridente lacrima-movie nel quale tutto avviene secondo copione.
Se si fa pace con l’idea che i ragazzini (la cosa migliore: la scena delle chiacchiere in libertà dentro la pizzeria regala quella sensazione di naturalezza mai evidente nel resto del film) si trasformino immediatamente in provetti musicisti senza un reale percorso istruttivo che non sia racchiuso in qualche pezzo montato giusto per dare l’idea, La mélodie può funzionare come grande paraculata buonista ad uso e consumo del ceto medio riflessivo.
[…] La mélodie di Rachid Ami. Voto: 5 […]
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