Venezia 74 | Recensione: EX LIBRIS: New York Public Library

EX LIBRIS: NEW YORK PUBLIC LIBRARY (U.S.A., 2017) di Frederick Wiseman. Documentario. *****

Se un cineasta celebrato già qualche anno fa col massimo alloro non competitivo della Mostra (il Leone d’Oro alla carriera) nonché ultimo ricevente dell’Oscar onorario viene inserimento ancora una volta in concorso a Venezia, vuol dire, molto banalmente, che ha qualcosa da dire. E che quel qualcosa è da sottoporre all’attenzione di una giuria internazionale e di un pubblico non occasionale. Non deve stupire che, con queste premesse, Frederick Wiseman sia in gara al festival: Ex Libris, la sua ultima fatica, è il film che pone più domande tra tutti quelli presentati alla Mostra.

Apparentemente la durata monstre di oltre tre ore potrebbe far credere che vi siano contenute tutte le risposte: invece Wiseman lascia che le risposte siano oggetto di completamento da parte degli spettatori e costruisce un immenso mosaico di esperienze incaricandole di una visione attiva, non limitata alla fruizione di informazioni accostate seguendo un personale quanto oggettivo percorso razionale.

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Con ordine: EX LIBRIS racconta le attività interne alla mastodontica biblioteca pubblica di New York, organizzazione statale che si alimenta di fondi privati per garantire strumenti democratici per la crescita e la formazione dei cittadini, proponendo incontri con personalità illustri, conferenze tematiche, incontri nelle molte succursali dislocate nei quartieri e nei sobborghi del territorio municipale.

Wiseman struttura il lavoro per episodi, tornando ciclicamente ma non sistematicamente su alcune situazioni come le periodiche riunioni del board, e restituisce la complessità magmatica di un’antologia umanista, incastrando i frammenti con chirurgica e logica esattezza. Ne viene fuori un’opera monumentale e fluviale, uno studio descrittivo sul diritto all’istruzione e sul dovere della condivisione, sulle possibilità dell’innovazione tecnologica e sui dislivelli sociali interni alla metropoli, una potentissima riflessione sul vivere civile attraverso le parole di chi dà vita all’istituzione. In altre parole, un atto d’amore, un capolavoro indispensabile, una pietra miliare del cinema americano contemporaneo.

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