Venezia 74 | Recensione: Brutti e cattivi

BRUTTI E CATTIVI (Italia-Belgio-Francia, 2017) di Cosimo Gomez, con Claudio Santamaria, Sara Serraiocco, Marco D’Amore, Giorgio Colangeli, Simoncino Simone Martucci, Narcisse Mama, Aline Belibi. Commedia thriller. * ½

Risultati immagini per brutti e cattivi filmAlla periferia di una Roma trasfigurata nel suo anonimato metropolitano, tre personaggi borderline pianificano di fare er botto. Sono: il Papero, erede di una decaduta dinastia circense e privo degli arti inferiori; sua moglie la Ballerina, brillantissima ragazza senza braccia che traduce le intercettazioni in cinese per la Polizia; e il Merda, il badante che si è fin troppo ammazzato di canne per essere ancora connesso con questo mondo. Tre freaks che per portare a casa il risultato si fanno aiutare da altri personaggi diversi, compreso un nano rapper fissato cor mulinello.

Il titolo del film deve però illuminare sul vero carattere dei protagonisti, senza scrupoli nell’esercizio del loro personale romanzo criminale. Non sono i soliti ignoti perché l’evidenza fisica li rende riconoscibili agli occhi comunque guerci delle guardie, ma il meccanismo è sempre quello del colpo grosso all’italiana, cioè un piano perfetto messo in pratica da una manica di cialtroni, nei cui confronti, tuttavia, in questo caso non si rivolgono alcune simpatie.

Ma è tutto così previsto e prevedibile, questo Brutti e cattivi, così programmaticamente strutturato per suscitare una sgradevolezza lontana dall’empatia del fascino del male, una finta problematicità derivata dalle disabilità raccontate colte in azioni fuori dall’ordinario, in definitiva un tentativo piuttosto ambizioso di pulp alla romana, che sublima il genius loci in una prospettiva fumettistica che rinnega giustamente il realismo ma non sa davvero abbandonarsi al genere.

Un’operazione perfino snob, che tratta la materia come se fosse in laboratorio, stabilendo ogni cosa entro una narrazione sfilacciata, mancante d’omogeneità e compattezza nella scrittura e nel tono, ben evidente nell’invadenza della voce narrante del Papero che sopperisce alle lacune e strattona lo spettatore verso una conclusione al contempo frettolosa e faticosa. Un’occasione sprecata, sottoprodotto del filone Smetto quando voglio incrociato a Jeeg Robot, in cui gli attori sono in parte ma recitano tutti per i fatti propri, compresa la bravissima Sara Serraiocco.

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