That Brennan Girl | Alfred Santell (1946)

Risultati immagini per that brennan girlÈ nelle presunte piccolezze, nelle opere più trascurate che sottovalutate, nei lavori di quelle case di produzione tanto prolifiche quanto non sempre in grado di garantire qualcosa che non sia puro intrattenimento popolare, che si annida la grandezza del cinema. That Brennan Girl (conosciuto anche col titolo Touch Girl) è un esempio abbastanza emblematico di questa teoria: praticamente sconosciuto da noi, ha un suo seguito in terra americana che gli ha permesso quel restauro digitale ormai necessario per rimettere in circolo film rimossi o dimenticati.

Prodotto dalla Republic, specializzata in b-movie e che avrebbe di lì a qualche anno coronato la propria indefessa attività mettendo a contratto John Ford e Nicholas Ray per due capolavori come Un uomo tranquillo e Johnny Guitar, e tratto da un racconto di Adela Rogers, narra della formazione di una ragazza cresciuta dalla madre – che si spaccia per sua sorella maggiore – con l’obiettivo di accalappiare uomini più o meno facoltosi da cui farsi mantenere anche temporaneamente.

Da subito il film mette al centro della scena la coppia formata dalla protagonista adolescente Ziggy e Danny, un maturo truffatore bon vivant, suggerendo quella suggestione vagamente pedofila che caratterizza anche Frutto proibito di Billy Wilder e mille altre commedie del periodo: con una naturalezza oggi quasi incredibile, vediamo una ragazzina che si fa adescare da uomini più grandi, e non importa se non la vediamo fare sesso.

Eppure per quanto l’attrazione da parte di lui sia tutta fondata sull’eccitante anagrafe, essendo James Dunn il protagonista non può che contraddistinto da nobili ideali, nonostante la losca professione: al di là della carne fresca egli scorge nella ragazza la possibilità di poter essere un punto di riferimento, diventando via via una figura nella quale collimano la dimensione paterna latitante, il desiderio di essere un pigmalione e solo più tardi un’esplicita volontà sentimentale.

Ciò accade perché nel frattempo Ziggy ha trovato l’amore in un bellimbusto del Minnesota che accidentalmente è anche marine. Si conoscono, lei gli ruba l’orologio, lui ci passa sopra, si sposano pochi giorni dopo e quindi lui parte per la guerra. Girato all’indomani della tragedia bellica, That Brennan Girl fa incontrare la commedia con il dramma delle vedove di guerra e, di conseguenza, con le difficoltà che le donne devono superare in assenza degli uomini impegnati al fronte.

È un dato che definisce bene la cifra melodrammatica di un film che nella seconda parte perde molto dello spirito della prima, consapevole dello zeitgeist al punto che la stessa Ziggy (è Mona Freeman, mai più così indovinata) deve rinegoziare la propria identità in funzione quasi espiatoria, per poter giungere al traguardo del suo commino vero la maturità patrocinato da Danny.

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La regia di Alfred Santell segue la vicenda con la gustosa disinvoltura dell’artigiano cesellatore, e sembra quasi volteggiare con la sua cinepresa danzante tanto entro gli spazi prima sontuosamente allegri della mondanità cittadina quanto in quelli più modesti ma calorosi della casa dove vive la dolce mamma di Danny. Con un raccordo abbastanza spietato, definisce lo stacco tra la commedia e il mélo attraverso immagini sì nitide ma fatalmente offuscate da un’inesorabile malinconia.

Dalla frenesia di un’escalation formativa dominata dal non-detto sessuale e dall’attrazione verso il denaro, vira verso una più compassata catabasi nel dolore per rialzarsi verso un finale pieno di speranza. Ma non c’è mai un atteggiamento moralista né consolatorio, quanto piuttosto l’impressione di un women’s film con al centro una ragazza perduta destinata a trovare il proprio posto nel mondo.

THAT BRENNAN GIRL (U.S.A., 1946) di Alfred Santell, con James Dunn, Mona Freeman, William Marshall, June Duprez, Frank Jenks, Dorothy Vaughan. Commedia drammatica. *** ½

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