ETERNA DOMENICA (LA ENFERMEDAD DEL DOMINGO, Spagna, 2018) di Ramón Salazar, con Bárbara Lennie, Susi Sánchez, Miguel Ángel Solá, Greta Fernández, David Kammenos, Richard Bohringer. Drammatico. *** ½
disponibile su Netflix
Arrivato su Netflix dopo l’uscita in patria all’inizio dell’anno, Eterna domenica è scritto e diretto da Ramón Salazar, che nel 2010 ebbe l’ardire di adattare per il pubblico spagnolo Tre metri sopra il cielo. Curiosamente anche in questo caso si tratta di un racconto di coppia, per quanto qui le cose siano decisamente più complesse, come in una sorta di cripto-remix vistalago di Sinfonia d’autunno.
Se il titolo italiano preferisce sottolineare la questione del tempo, evocando la gravosità di un fardello che pesa tanto sulle spalle dell’una quanto su quelle dell’altra, quello originale mette in campo la dimensione straziante della malattia il cui sintomo sta nell’incomunicabilità. D’altronde il film racconta sì il recupero di un rapporto corrotto dall’abbandono, ma anche il tentativo di ritesserlo in campo neutro, lontano dalle abitudini e dai conforti.
La madre, altoborghese ormai sessantenne, si ritrova di fronte alla figlia abbandonata una trentina d’anni prima, che le chiede di poter trascorrere insieme dieci giorni sui Pirenei francesi. La breve vacanza si dipana in un’ansia soffocata e fatta di silenzi e riflessioni, immersa nell’estensione quieta di un paesaggio montano straniante e distaccato che si fa luogo di un confronto duro quanto necessario per ricollocarsi nella dialettica negata di un rapporto madre-figlia mai esercitato.
Introdotte da una specie di click che segnala l’ingresso in un altro quadro – ovvero in un’altra tensione da sciogliere, un’ennesima parte del discorso da approfondire per indagarne , le sequenze sembrano riecheggiare l’immagine di un album di dolorose istantanee che, concatenate, cercano di mettere ordine in un dramma che non rinuncia a misteriosi simbolismi naturalistici.
Elegantemente messo in scena da un autore che appare molto interessato a sviluppare le sfumature nascoste e quelle più esposte dei due caratteri – meravigliosamente emancipati dal pericolo dello stereotipo grazie alle formidabili interpretazioni, sommesse e mai urlate, di Bárbara Lennie e Susi Sánchez – Eterna domenica è un thriller melodrammatico spietato eppure dolce, tutto giocato sul fascino dell’incontro che vale una vita, calcolatissimo nel dosare le attese, un intimo gioco al massacro per poter ricominciare.
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L’ha ripubblicato su BY LORENZO CIOFANI.
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Film molto interessante e interpretativo. Passaggi essenziali appena accennti che caricano di attenzione lo spettatore e conferiscono spessore e intuizione alla vicenda, dal cortometraggio prima del film,dove la bambina ha l aspetto di un maschietto,al the drogato offerto alla madre,alla reticenza del cane già consapevole dei progetti di morte,a farsi rotolare nel fango,agli sguardi complici e nostalgici scambiati con l amico vicino di casa.Piccoli passaggi chiave che diventano sostanza della storia. L unico passaggio che non ho capito ,quando guardando le diapositive Annabel ricorda la fuga con il compagno.Una fuga che doveva essere segreta. Dove erano nn si capisce.Si vede solo la foto di un gruppo forse di protesta anni 70 .Non si intuisce ne il contesto né il significato.
Se tu l hai capito dimmelo.
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