IL CLUB DEL LIBRO E DELLA TORTA DI BUCCE DI PATATA DI GUERNSEY (THE GUERNSEY LITERARY AND POTATO PEEL PIE SOCIETY, U.S.A.-G.B., 2018) di Mike Newell, con Lily James, Michiel Huisman, Glen Powell, Jessica Brown Findlay, Katherine Parkinson, Matthew Goode, Tom Courtneay, Penelope Wilton. Drammatico. **
disponibile su Netflix
Quando è accaduto che Mike Newell è diventato un calligrafico? Forse lo è sempre stato, ci siamo lasciati illudere dal comunque inequivocabile umorismo del suo sguardo, anche quando trattava temi meno disponibili all’ironia. Un atteggiamento che gli ha permesso, negli anni, di fluttuare tra i generi con scafata disinvoltura, preferendo la patente di spigliato e consapevole metteur en scène.
Inattivo al cinema da ben sei anni, malgrado una sfortunata parentesi nella serialità (il pilot The Interestings per Amazon), torna con l’adattamento di un best seller epistolare scritto da Mary Ann Shaffer e Annie Barrows, curiosamente finito su Netflix (ma è coprodotto anche da Amazon Prime Video!) dopo essere uscito in Regno Unito e Francia incassando in maniera non travolgente ma tutto sommato discreta.
Una scelta eccentrica, perché se da una parte il film s’inserisce nel fortunato solco dei “movie for senior” (trasposizioni letterarie, cast sontuosi, confezioni pregiate), che almeno in Italia può contare su uno zoccoletto duro, dall’altra sembra replicare senza troppa fantasia un certo modello di period drama: non a caso, quattro degli attori principali provengono dal supremo Downton Abbey, serial di cui intende intercettare il pubblico attraverso questo tipo di distribuzione pensata per la fruizione domestica.
In sé, Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey (che titolo assurdo) risponde a pressoché tutti i requisiti del genere: nell’immediato dopoguerra, una giovane scrittrice desiderosa di avventure riceve la lettera di un uomo che rivela di essere in possesso di un suo vecchio libro, venduto dalla ragazza anni prima. Quando scopre che lui è membro di uno strano club di lettori, lei intuisce la scintilla di una storia da raccontare, ambientata durante l’occupazione tedesca.
Dopo un incipit dalle suggestioni vagamente oniriche, che lascia presagire qualcosa di meno accademico dell’ordinaria trasposizione, con quella porta aperta nel vuoto della catabasi bellica a significare il personale passato doloroso nel quale si riverbera quello collettivo, lo stacco verso la realtà sembra imporre al film un tono fin troppo addomesticato.
Tutto, di lì in poi, procede con il passo prevedibile di un percorso formativo che verte attorno alla scoperta di un piccolo mondo di ribelli un po’ naif (soprattutto Tom Courtneay, svanito libraio con la passione culinaria: la torta è una sua invenzione in mancanza di latte e uova) e all’indagine sulla fondatrice del club misteriosamente scomparsa (sua mamma, reticente e sofferente, è Penelope Wilton).
Dentro le asperità della desolata isola di Guernsey, Newell – che ha raccolto un progetto di Kenneth Branagh per Kate Winslet – si muove con la forza pallida del professionismo, senza mai lasciarsi trasportare dagli eventi né dando un vero ritmo ad una narrazione piuttosto lenta, che per quanto riesca ad ottenere ciò che si prefigge non sa emanciparsi dal rassicurante compitino pensato per un pubblico specifico (sembra John Madden, e non è un complimento). Troppo giovane per la parte la pur volenterosa Lily James, che però sa volteggiare sorprendentemente birichina tra i tre bei maschietti l’agognano.