Recensione: Crazy & Rich

CRAZY & RICH (CRAZY RICH ASIANS, U.S.A., 2018) di Jon M. Chu, con Constance Wu, Henry Golding, Michelle Yeoh, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Ken Jeong, Nico Santos. Commedia. ***

Pochi generi al pari della commedia matrimoniale riescono a raccontare l’incontro – dunque, va da sé, lo scontro – tra culture, come dimostrano due long seller Stregata dalla luna a Il mio grosso grasso matrimonio greco in grado tanto di innescare un rispecchiamento nelle travagliate vicende romantiche di una coppia messa in discussione dalle famiglie recalcitranti quanto di ammiccare ad un pubblico trasversale grazie ad una variegata miscela di stereotipi e luoghi comuni.

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Il caso di Crazy & Rich è molto particolare, sintomatico dacché l’edizione italiana sacrifica il termine Asians presente nel titolo originale. Chiaro che la nostra sensibilità sul tema della diversity sembra essere meno all’ordine del giorno rispetto a quanto possa accadere negli Stati Uniti, chiamati con una certa urgenza a mettere al centro della propria narrazione coloro tenuti finora ai margini del discorso o relegati alla riproposizione di cliché.

Qui la scena è tutta appannaggio di personaggi per la prima volta dopo più di vent’anni resi protagonisti assoluti di un film prodotto da una major americana, pensato per un pubblico che non sia esclusivamente affine o uguale a quello dei protagonisti, strutturato incrociando lo schema di un classico (e sottolineo classico) racconto matrimoniale, sospeso tra il focus sulla coppia e l’attenzione alla coralità del parentado, con il repertorio di usi e costumi cinesi.

Il conflitto risiede nella diffidenza della famiglia del promesso sposo nei confronti della ragazza che il rampollo ha scelto di sposare, una cinoamericana che insegna economia nella stessa università dove il futuro marito ha una cattedra in storia. Piccolo particolare: fino all’arrivo a Singapore, dove devono partecipare ad un altro matrimonio, lui le tiene nascosta l’estrazione sociale, che è piuttosto facoltosa essendo membro di una ricchissima famiglia di sviluppatori immobiliari.

Tratto da un romanzo di Kevin Kwan, non si tratta come sostenuto da qualcuno né di una commedia che occidentalizza l’immaginario cinese né di un prodotto nel solco di una prospettiva bollywoodiana. Tutt’altro. Oltre a non esserci né i colonialismi espressivi di L’amore è una cosa meravigliosa né i razzismi impliciti de La mia geisha, sin dal casting si capisce quanto l’intenzione sia proprio quella di abbracciare quanto più pubblico possibile per avvicinare un mondo tutto sommato poco raccontato nel mainstream occidentale.

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E se è vero che la struttura non ha niente di davvero originale (e quindi? la favola non è un modello da ripensare all’infinito?), è altrettanto onesto riconoscere situazioni legate intimamente alla società cinese, dalle scelte famigliari determinate dai vincoli del rigido sistema gerarchico alla – questa sì – occidentalizzazione degli stili di vita e del commercio d’alto bordo ad esso annesso fino alla dialettica tra future nuora e suocera.

Non è un caso che di questo ruffiano, delizioso, divertente Crazy & Rich si ricordino più le donne degli uomini, in primis la tradizionalista ma non chiusa matriarca impersonata dalla leggendaria Lisa Lu. Soprattutto il film appartiene al magnifico duello tra l’ottima Constance Wu e la divina Michelle Yeoh ovvero lo scontro tra una giovane ed emancipata cosmopolita che sa di avere una storia dietro e una matura ed autorevole regina che sa di essere quella storia, incarnandone la dignità, la dedizione, il sacrifico.

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