Große Freiheit Nr. 7 | Helmut Käutner (1944)

Sarà forse per quel locale che evoca il futuro teatro (anatomico) di Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder, con quella cantante che sembra una Marlene incrociata con la Jeanne Moreau che inonda il commiato maledetto del regista tedesco, ma mai come qui Helmut Käutner ci sembra un regista che viene dal futuro, come tutti i classici consapevoli di costruire significati attraverso immagini dalla potenza significante.

È la storia di un maturo marinaio, che si guadagna da vivere come cantante e musicista nel locale gestito dalla sua amante e accoglie dal fratello moribondo la promessa di prendersi cura della cognata. Ospitata in casa, la ragazza trova lavoro come commessa e s’invaghisce di un operaio del cantiere navale, mentre il protagonista comincia a vedere in lei la concreta possibilità di una stabilità sentimentale e domestica. Mélo in agguato.

Il disincanto di un colore irreale e nuovo, dai cromatismi cupi e funesti, è la cifra di un film sovversivo e coraggioso – nonché quasi d’evasione essendo girato in tempo di guerra – e per di più ruvidamente passionale, incentrato sulle conseguenze di un amore imprevisto e devastante, che non può competere né con quello desiderato dal protagonista – che non è all’altezza della realtà dei fatti – né con quello totale e disperato che per lui prova l’amante.

Una ronde marittima amara e decadente, imbalsamata nel gozzanismo di spazi domestici claustrofobici opposti al libertinaggio di un locale che accoglie ogni clamore da “fine secolo” come una rassicurante Sodoma che ha scelto di costeggiare il versante goliardico delle tenebre. E d’altronde in quell’angolo di Amburgo che dà il titolo al film la propaganda nazista voleva incanalare tutto ciò che la Germania avrebbe dovuto rinnegare.

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Große Freiheit Nr. 7 nasce, infatti, come celebrazione della marina mercantile tedesca, ma nelle mani di Käutner l’operazione diventa un’altra cosa, con il panegirico agli eroi che cede il posto ad una rappresentazione più sanguigna e decadente, con i protagonisti dominati dalle passioni, quasi sempre alcolizzati, spesso fedifraghi e immorali. Sulle note de La Paloma che suggerisce il sapore delle cose perdute nel tempo e ci separa dalla rimossa felicità.

GROßE FREIHEIT NR. 7 (Germania, 1944) di Helmut Käutner, con Hans Albers, Ilse Werner, Hans Söhnker, Hilde Hildebrand, Gustav Knuth, Günther Lüders, Helmut Kaütner. Drammatico. ****

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