Onore: un diplomatico non intende mettere in discussione la propria integrità professionale quando il quadro di un nudo che assomiglia a sua moglie va all’asta in un evento benefico. Per chiarire l’equivoco, marito e moglie vanno a Parigi per incontrare l’autore del quadro. Imprevisto, ma nemmeno troppo: lei s’innamora del pittore, eppure non consumano malgrado il desiderio e la sostanziale accondiscendenza del marito. Sceglierà di essere onesta o felice?
Nella luce dolcemente fatua filtrata da Werner Krien, si tratta di un apologo lieto e sensuale come traspare dagli occhi maliardi di lui e da quelli repressi e forsennati di lei: il ritratto di una sconosciuta (traduzione del titolo) come mancato MacGuffin di un melodramma troppo devoto all’amore per non dargli quella fiducia richiesta dagli innamorati. Qualche ascendenza naturalista nella sua dimensione così vicina alla letteratura francese (via Guy de Maupassant), è un film sulle tre esse che non nascondono altre tre esse.
La prima è la esse di sesso quindi di scandalo: quello di un amore mai compiuto se non attraverso la sublimazione artistica, unico luogo ove poter esprimere per quanto è indecoroso agli occhi del diplomatico, formale, ipocrita mondo al quale appartiene la protagonista. La seconda è la esse di soldi che acclude quella di sorpresa: lo strumento con cui i ceti alti esercitano la propria religione – il denaro – non ha la stessa funzione nel mondo dell’arte.
Per la protagonista è uno choc: i soldi come veicolo per garantirsi la libertà di essere liberi contro l’obbligo di ottemperare agli obblighi sociali. E la terza è la esse di successo cioè il senso come Camillo Boito docet nella sua novella più famosa – e in quello stesso 1954 adattata da Luchino Visconti nell’omonimo capolavoro: il senso di una donna che sceglie l’inconsueto rispetto alla trista routine del suo mondo, desiderosa di scommette sul suo poter essere altra da sé. Interpreti splendidi.
BILDNIS EINER UNBEKANNTEN (Germania, 1954) di Helmut Käutner, con Ruth Leuwerick, O. W. Fischer, Erich Schellow, Albrecht Schoenhals, Irene von Meyendorff, Nikolai Kolin. Sentimentale. ****