LO SCANDALO KENNEDY (CHAPPAQUIDDICK, U.S.A., 2017) di John Curran, con Jason Clarke, Kate Mara, Ed Helms, Bruce Dern, Jim Gaffigan, Olivia Thirlby, Clancy Brown, Taylor Nichols. Biografico drammatico. ** ½
Le storie sui presidenti americani fanno parte di un filone del biopic contemporaneo piuttosto interessante per capire quanto questo non-genere sia davvero una delle chiavi per capire il cinema americano d’oggi. Cause: il ripensamento della realtà in nome dell’entertainment; la capacità di trattare gli uomini di potere con una scaltrissima sintesi di deferenza e cinismo; la scelta di individuare in episodi particolari un’idea di narrazione più ampia in grado di raccontare una vita.
Sottogruppo del filone è quello sui presidenti mancati: Vice, il presidente occulto che non riuscì a diventare il presidente effettivo; The Front Runner, il presidente in pectore che non ottenne la candidatura perché travolto dal gossip. Ed ora Lo scandalo Kennedy, che è precedente ad entrambi ed arriva in Italia senza passare per le sale. Titolo un po’ scivoloso perché il Kennedy al centro della scena è quello che meno immediato nel nostro immaginario: Ted, il fratello superstite, il leone del Senato.
Morti John e Bobby, Ted divenne il capofamiglia, pur essendo ancora vivo benché agonizzante il feroce patriarca Joseph. Stimatissimo da tutti, Ted non riuscì a prendere possesso della Casa Bianca perché nel 1969 fu coinvolto in un tragico scandalo che gli stroncò le ambizioni presidenziali. All’orecchio degli americani, il titolo originale Chappaquiddick, nome di una piccola isola del Massachusetts, non ha bisogno di molte spiegazioni.
È lì, dopo una festa in casa, che Ted, alla guida della sua auto, finì in acqua assieme alla passeggera, una giovane stratega che morì nell’incidente. Anziché chiamare la polizia, tornò alla festa e contattò il padre, che gli consigliò di costruirsi un alibi. L’indomani, un gruppo di pescatori rinvenne il corpo della ragazza. Ted deve così rinunciare alla corsa, travolto da una situazione mal gestita e perseguitato dai fantasmi.
Cronaca di una catastrofe politica, nella forma di un thriller molto documentato e allo stesso tempo non particolarmente avvincente, Lo scandalo Kennedy lavora con le marche tipiche di questo tipo di produzione: la regia di John Curran sta addosso ai personaggi, usando la macchina a mano come un reporter; la fotografia di Maryse Alberti gioca sui cromatismi sgranati tra l’inchiesta giornalistica e la patina retrò; l’ottima interpretazione di Jason Clarke tra la mimesi e la rielaborazione di un personaggio molto conosciuto in patria.
Tuttavia, il film, corretto ed equilibrato, non trova quasi mai un vero battito d’ali, individuando i suoi aspetti più interessanti nella presenza-assenza della ragazza morta (che con un geniale colpo di casting è Kate Mara, vittima del futuro presidente Frank Underwood in House of Cards), nel rapporto straziante e conflittuale con papà Kennedy di un immobile e terrificante Bruce Dern, il finale con gli occhi anziani del vecchio leone mentre ascolta le testimonianze degli elettori.