Alla riscoperta di Lina Wertmüller | Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova (1978)

Fatto di sangue… è solo la versione “stringata” di Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici. Amore-Morte-Shimmy. Lugano belle. Tarantelle. Tarallucci e vino. Titoli internazionali: Blood Feud o Revenge. La sintesi americana contro il barocco italiano. Il titolo più lungo di sempre, inserito nel Guinness dei primati: soddisfazioni francamente di seconda categoria. Perché mai come qui è grande è la confusione sotto il cielo.

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Non è solo una questione di descrizione didascalica degli eventi. C’è già tutto nel titolo completo, riferito come il lancio di una notizia di cronaca nera incrociato con il linguaggio burocratico dei verbali, lo strillo in copertina di un giornale che gioca con le parole ed espressioni del parlato. Qua la vediamo più semplice: il vezzo del titolo chilometrico, portato qui a un parossismo vicino alla parodia, è il segno dell’implosione del cinema di Lina Wertmüller.

Dopo il grande successo oltreoceano, gli americani garantisco a Lina carta bianca e un grosso budget per una produzione nel suo stile destinata al mercato internazionale. La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia è un flop su tutta la linea, come spesso capita a chi si ritrova nella fase post Oscar. Nello stesso 1978, Lina presidia anche il Natale con un altro film, prodotto in patria da Arrigo Colombo (accreditato col nome Harry Colombo!) ma con ambizioni più ampie.

D’altronde è il cast a parlare. Torna Giancarlo Giannini, icona del cinema di Lina, e arrivano gli attori italiani più famosi al mondo. Un anno dopo l’exploit di Una giornata particolare, Sophia Loren e Marcello Mastroianni (marito di Flora Carabella, migliore amica della regista) portano in dote il carisma, la credibilità, il successo, il divismo. E se Mastroianni continuava a lavorare con soave alacrità, la Loren era già a mezzo servizio: dopo il capolavoro con Scola si dedica a pochi film e difficilmente ne azzecca uno.

Fatto di sangue non fa eccezione. Zenit di un cinema dove trionfano gli stereotipi del folklore, il colore stinto del bozzettismo, la semplificazione ideologica, le pretenziosità dell’intreccio, è un film confusissimo, fragile, sbagliato, con un’accentuazione formalista che definisce i confini della stasi creativa di Lina. Triangolo erotico-politico: tutti sanno che un mafioso futuro fascista ha ucciso un uomo, solo un avvocato socialista riesce a convincere la vedova a denunciarlo, ma bisogna aspettare l’arrivo di un cugino arricchitosi in America per vendicarsi…

Un ammiccante fumettone a tinte forti nella Sicilia degli anni Venti, in cui i personaggi sono talmente tagliati con l’accetta da non risultare mai credibili, complice anche un trucco e parrucco davvero assurdo se l’aspirazione iperrealista di Lina non tendesse così istintivamente al grottesco da farlo esplodere anche laddove non sa reggerne l’impatto. Non so dire quanto sia consapevole il flirting with disaster: certo è che l’imbarazzo è davvero dietro l’angolo.

FATTO DI SANGUE FRA DUE UOMINI PER CAUSA DI UNA VEDOVA. SI SOSPETTANO MOVENTI POLITICI (Italia, 1978) di Lina Wertmüller, con Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Giancarlo Giannini, Turi Ferro, Mario Scarpetta, Antonella Murgia, Lucio Amelio, Isa Danieli. Drammatico. *

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