Venezia 76 | Recensione: No. 7 Cherry Lane

NO. 7 CHERRY LANE (Hong Kong, 2019) di Yonfan. Animazione mélo. ***

Alla fine degli anni Sessanta, mentre la colonia britannica di Hong Kong sta per conoscere le rivolte popolari, nell’area della zona ribattezzata Little Shangai – e precisamente all’indirizzo citato nel titolo internazionale – si forma il triangolo amoroso tra un prestante studente ventenne, la ragazza diciottenne a cui impartisce lezioni d’inglese e sua madre trenta-quarantenne fin troppo repressa. Al piano di sotto, ci abita una vecchia attrice ritiratasi, il cui gatto diventa spettatore del groviglio sentimentale.

Alla prima esperienza nell’animazione, Yonfan si abbandona al melanconico ricordo dei giorni passati, eleggendo Alla ricerca del tempo perduto come stella polare di una narrazione rapsodica, frammentaria, a metà tra memorialistica mediata dalla fantasia e fughe oniriche dalle venature erotiche. Per quanto la suggestiva animazione dichiari il suo ritmo estenuante attraverso una fattura un po’ grezza e ansimante, il fascino di questo film liquido, stregato, lisergico è qualcosa di davvero enigmatico e perciò stimolante.

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A suo modo, può anche essere considerato un grande film mancato. Le coordinate autobiografiche, benché filtrate, e il contesto storico-politico sullo sfondo determinano l’orizzonte di un romanzo per immagini sontuoso ma fragile, importante eppure vagamente sospeso tra irrisolutezza e giri a vuoto. Un’operazione seducente e magniloquente e al contempo ritorta su se stessa. Tuttavia, il suo punto di forza sta proprio in questo essere seducente solo presso chi si dimostra ben disposto a lasciarsi ammaliare dalla ronde amorosa.

Quasi un diario di passioni, con un catalogo di citazioni che da Proust arrivano alla cinefilia. E se E Dio creò la donna, Blow-up, Il laureato, Due per la strada sono citati en-passant in conversazioni o allusi per definire le (finte) ellissi del racconto, il senso della storia lo si riscontra nelle scene ricreate in cartoon tratte dai film di Simone Signoret, verso cui Yonfan scrive una vera lettera d’amore: La strada dei quartieri alti per spiegare l’amore impossibile tra una donna matura e un ragazzo, Gli amori celebri per entrare nei tormenti di una relazione squilibrata, La nave dei folli per capire le conseguenze di un atto coraggioso.

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