Alla riscoperta di Lina Wertmüller | Mannaggia alla miseria (2010)

Ormai ottantenne, la Lina Wertmüller della prima decade del secondo millennio fa parte di quella categoria di venerati maestri incapaci di adattarsi al panorama contemporaneo, vuoi per motivi anagrafici vuoi per pigrizia professionale. Pochi registi della sua generazione – quella dei gloriosi esordienti degli anni Sessanta – sono riusciti a ritagliarsi, chi più chi meno, uno spazio: il più giovane Marco Bellocchio, Ermanno Olmi, i fratelli Taviani.

 

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Mannaggia alla miseria rappresenta un’esperienza particolare nel suo percorso. Prima prestazione televisiva per la Rai dai tempi di Il giornalino di Gian Burrasca (ci sarebbe anche un dimenticato documentario sul terremoto in Irpinia), ritorno a un racconto calato dentro la contemporaneità napoletana dopo Io speriamo che me la cavo, seconda occasione di lavoro con Gabriella Pession e Sergio Assisi, coppia da lei creata in Ferdinando e Carolina e poi innamoratisi per davvero.

Il coinvolgimento di Lina si deve forse a Ida Di Benedetto, produttrice (con Stefania Bifano) nella sua stagione di massimo potere contrattuale. Le due non hanno mai lavorato insieme ma la recitazione vigorosa e carnale della Di Benedetto è del tutto coerente con la mano furibonda della regista. Certo, il tema affidatole, benché spostato nella bozzettistica cornice delle contraddizioni partenopee, non è proprio nelle sue corde: una paraboletta ispirata alla banca dei poveri, progetto di microfinanza ideata dal Premio Nobel Muhammad Yunes.

Lina ci costruisce la storiella di tre giovani che, di ritorno dal Bangladesh, decidono di creare a Napoli qualcosa di simile al sistema di microcredito teorizzato dall’economista. Naturalmente alla camorra non va troppo a genio l’iniziativa del terzetto, e lo fa sapere. Scritta, in collaborazione con Tiziana Masucci, assieme a Ivan Cotroneo, rampantissimo nell’universo Rai, assume da quest’ultimo la deriva tra il buffo e il pazzariello e la prospettiva colorata di divertenti famiglie disordinate.

Con l’affetto tipico delle sue scelte di casting, Lina assegna i ruoli dei parenti scettici ma buoni agli amici Piera Degli Esposti (a sua volta entrata nella factory di Cotroneo), Roberto Herlitzka, Luca De Filippo e Angela Pagano. E compare anche Peppe Servillo, che ovviamente canta. Comprimari di lusso che aiutano l’acerba recitazione dei più giovani, che se la cavano col fascino seducente esaltato dalla regia compiaciuta della regista.

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Purtroppo il tv movie è davvero fiacco, goffo, tirato via, sbiadito ricordo della verve di un’autrice ormai adagiata sugli antichi allori. Girato nel 2008 ma andato in onda solo a giugno 2010, riscontrando comunque un discreto successo di pubblico, ha dovuto trasferire il set da Taranto a Brindisi per le richieste di pizzo della malavita. Tema fondamentale, tra l’altro, per leggere attraverso una certa angolatura la recente fiction italiana.

MANNAGGIA ALLA MISERIA (Italia, 2009) di Lina Wertmüller, con Gabriella Pession, Sergio Assisi, Tommaso Ramenghi, Mattia De Vito, Piera Degli Esposti, Roberto Herlitzka, Luca De Filippo, Angela Pagano, Peppe Servillo, Ciro Esposito, Antonella Salvucci, Antonella De Monte, Anna Ferruzzo, Grazia Daddario. Commedia. *

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