Torna al cinema Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (recensione)

LORENZO CIOFANI

Dopo la trasferta americana dei primi anni ottanta, Wim Wenders tornò in patria, quasi alla ricerca del tempo perduto o almeno dell’infanzia nascosta. C’è subito da dire che Il cielo sopra Berlino nasce in un momento della vita professionale del regista molto particolare: Fino alla fine del mondo, il film che progettava dal 1984, non riusciva ad andare in porto (fu realizzato solo sei anni dopo) e Wenders aveva il bisogno di girare una pellicola veloce che potesse tenerlo occupato in quel periodo di transizione.

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Ne nacque quindi un lavoro spontaneo, generato dall’impulso di fotografare una realtà immaginaria, scritto con l’aiuto di Peter Handke. Due angeli (gli eccelsi Bruno Ganz e Otto Sander) scendono dal cielo a Berlino e osservano il comportamento degli esseri umani, non potendo fare niente per aiutarli. Gente inquieta, tormentata, che vive ancora in una città divisa dal muro, presenza imponente ed angosciante.

Quando uno dei…

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