La canzoncina che si ode sui titoli di testa è tutto un programma: «Totoro To-To!» (il resto non me lo ricordo, se non altro perché in idioma a me sconosciuto… ma il ritmo è strepitoso e rimane in testa per molto tempo!). L’immaginifico miyazakiano si rifà materia in questo lungometraggio animato di rara sensibilità.
I deus ex machina di una storia così dolce e delicata sono semplici e al contempo articolati: c’è l’amore per la natura, non solo effettiva ma anche nascente dalla fantasia; c’è la paura del distacco dai punti di riferimento dell’infanzia (una mamma malata e un padre che lavora); c’è la scoperta di nuove creature verso le quali veicolano il desiderio di conoscenza degli spiriti puri (le bambine) e la voglia di liberare il proprio bisogno di esprimersi; c’è la liricità di un ambiente idilliaco e lontano dal comune.
E c’è molto altro. Il mio vicino…
View original post 148 altre parole