Lo scapolo | Antonio Pietrangeli (1955)

Progetto Sordi, le puntate precedenti:

  1. Gastone di Mario Bonnard (1960)
  2. Domenica è sempre domenica di Camillo Mastrocinque (1958)
  3. Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi (1982)
  4. Il boom di Vittorio De Sica (1963)
  5. Le coppie di Mario Monicelli, Alberto Sordi, Vittorio De Sica (1970)
  6. Racconti d’estate di Gianni Franciolini (1958)
  7. Il diavolo di Gian Luigi Polidoro (1963)
  8. Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971)
  9. Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa (1958)
  10. La vedova elettrica di Raymond Bernard (1958)
  11. Tutti a casa di Luigi Comencini (1960)
  12. I nostri mariti di Luigi Filippo D’Amico (1966)
  13. Piccola posta di Steno (1955)
  14. Nestore, l’ultima corsa di Alberto Sordi (1993)
  15. Crimen di Mario Camerini (1960)
  16. Accadde al commissariato di Giorgio Simonelli (1954)
  17. L’ingorgo di Luigi Comencini (1979)
  18. Il seduttore di Franco Rossi (1954)
  19. Il prof. dott. Guido Tersilli…, di Luciano Salce (1969)
  20. Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958)
  21. In viaggio con papà di Alberto Sordi (1982)
  22. Un eroe dei nostri tempi di Mario Monicelli (1955)
  23. Il conte Max di Giorgio Bianchi (1957)
  24. Le fate di Antonio Pietrangeli (1966)
  25. Mi permette, babbo! di Mario Bonnard (1956)
  26. I due nemici di Guy Hamitlon (1961)
  27. Mio figlio Nerone di Steno (1955)
  28. Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata di Luigi Zampa (1971)
  29. Il giudizio universale di Vittorio De Sica (1961)
  30. Lo sceicco bianco di Federico Fellini (1952)
  31. Finché c’è guerra c’è speranza di Alberto Sordi (1974)
  32. Totò e i re di Roma di Steno e Mario Monicelli (1952)
  33. Il disco volante di Tinto Brass (1964)
  34. La bella di Roma di Luigi Comencini (1955)
  35. I magliari di Francesco Rosi (1959)
  36. Mafioso di Alberto Lattuada (1962)
  37. Sono un fenomeno paranormale di Sergio Corbucci (1985)
  38. Il marito di Nanni Loy e Gianni Puccini (1958)
  39. Il vigile di Luigi Zampa (1960)
  40. Amore mio aiutami di Alberto Sordi (1969)
  41. Bravissimo di Luigi Filippo D’Amico (1955)
  42. Quelle strane occasioni di Luigi Comencini (1976)
  43. Mamma mia, che impressione! di Roberto Savarese (1951)

Una riedizione di Lo scapolo, uscita sull’onda del successo di Sordi, fu ribattezzata Alberto il conquistatore. Titolo quanto mai inopportuno per due motivi. Il primo è che il nome dell’attore non coincide con quello del personaggio. Alberto, infatti, si chiama Paolo, non è Totò o Peppino. Anzi, questo è proprio il film in cui si verificano definitivamente la consacrazione dell’attore puro, l’emancipazione dal carattere farsesco alla maschera della commedia di costume, la costruzione di un personaggio al servizio dell’intreccio e non viceversa.

Risultato immagini per lo scapolo sordi

Il secondo motivo di perplessità è proprio nell’epiteto “conquistatore”. Paolo è sì uno scapolo e ha senza dubbio un buon carnet di conquiste raccolte in un’agendina (come in Il seduttore), ma più che un astuto dongiovanni è un mediocre borghese piccolo piccolo. Seduce e abbandona sia perché ostile all’idea del legame fisso sia perché tutto sommato assai pigro nel mantenere una relazione, e quando decide di sposarsi è solo per paura della solitudine e ottemperanza a riti e miti socioculturali.

Figlio del dopoguerra, buona posizione lavorativa, abita in una pensione non tanto perché non può permettersi un appartamento ma per comodità. Abituato a essere servito, nella pensione vede la possibilità di coltivare un privato allegro e comunque di non preoccuparsi dell’economia domestica. Un mammone: ha la foto dell’ingombrante mamma sulla scrivania e, tornato al paese natale, si lascia sopraffare dalla personalità della donna, accettando incontri non proprio esaltanti solo per assecondare il suo desiderio di vederlo sistemato.

Provinciale piombato in una Roma in piena mutazione urbanistica, Paolo è un big fish: un pesce piccolo nel mare della Capitale e un pesce grande nel paesello. Si veste con pomposa eleganza per sottolineare il divario con chi è rimasto lì (e lo invidia), ostenta una vita mondana che in realtà è meno gaudente di quanto voglia far credere (i bidoni tirati dall’amico un po’ ruffiano), celebra la propria vita da single e al contempo cerca di convincere il titubante fidanzato della sorella a sposarla (è Nino Manfredi, in un piccolo ruolo ciociaro).

Tutto sommato, Paolo è quel che si direbbe uno sfigato, ed è la regia di Antonio Pietrangeli a rimarcare gli aspetti più spinosi del personaggio, osservandolo con cautela, distacco, scetticismo. E se la sceneggiatura scritta con Sandro Continenza, Ruggero Maccari ed Ettore Scola approfondisce con acuto umorismo l’identità di un maschio davvero espressione di quella generazione (rampante e meschino, vitale e diffidente, curioso e tradizionalista), è la regia a misura d’uomo a raccontare uno spaccato esplicitamente maschile che – sorpresa! – è ancora un racconto sulle donne.

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Perché sarà pure il ritratto di un uomo alla ricerca di un baricentro, ma quel baricentro non è proprio appannaggio di una donna (a patto che non sia la sorprendente padrona della pensione)? Lo scapolo è una caccia al tesoro. Paolo, figlio di una madre imponente e spiccia, è attratto in città da donne emancipate e moderne. Tutte belle, certo. Carla, l’amore forse più sincero, è una commerciante volitiva e saggia, e Gabriella è una hostess che ha scelto il lavoro a scapito della famiglia, pur dichiarandosi pronta a cambiare idea nel caso arrivi l’amore.

Ha un’attrazione occasionale per una giuliva lavandaia che è però più istruita di lui, ci prova con la piacente segretaria finché non ne conosce la madre, balla con Abbe Lane ed è chiaramente sottomesso all’esuberanza della diva. Alla fine capitola: è un film circolare. Avremmo voluto vedere più frammenti del ménage con la predestinata al matrimonio, ma la litigata-dichiarazione e la telefonata notturna sono pezzi di bravura sia di Pietrangeli sia di uno dei migliori Sordi di sempre. Da qui si riparte verso Il marito.

LO SCAPOLO (Italia-Spagna, 1955) di Antonio Pietrangeli, con Alberto Sordi, Madeleine Fisher, Sandra Milo, Franca Mazzoni, Nino Manfredi, Elvira Tonelli, Abbe Lane, Anna Maria Pancani, Fernando Fernán Gómez, Pina Bottin. Commedia. *** ½

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