In originale il titolo porta con sé una ruvidità struggente: Sunday, Bloody Sunday. Sarà forse anche per l’omonima canzone, comunque posteriore. Per parlare di uno dei più importanti film (di lento ma dirompente culto) dei tempestosi anni settanta, sarebbe curioso partire dal contesto storico: non di rado si pronunciano termini come “crisi”, “America”, “viaggio”. La dimensione di crisi “economica” (ma prima ancora umana) del film ha una sua valenza ben precisa: in un momento in cui la sicurezza degli oggetti si fa più labile, gli uomini cercano di soddisfare la propria esigenza di certezza attraverso la propria economia sentimentale.
Si tenta di dimenticare le preoccupazioni finanziare, facendo cedere il passo al proprio cammino emozionale. “America” e “viaggio” si potrebbero individuare spunti interessanti sia per ciò che concerne l’esperienza di John Schlesinger negli Stati Uniti (il suo film-mito, Un uomo da marciapiedi, è uno degli spaccati più disincantati e drammatici…
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