Recensione: La dea fortuna

Checché se ne dica, Ozpetek non fa sempre “lo stesso film”, perché la questione mi sembra più sofisticata: fa sempre “lo stesso tipo di film”. Le marche tipiche del suo cinema sono diventate dei cliché, la prevedibilità di certi schemi ha depotenziato la forza di un universo raccontato con empatia e aderenza, l’equilibrio tra commedia e mélo appare sbilanciato laddove l’una arriva in soccorso dell’altro quando perde di fuoco o di compattezza.… Read More Recensione: La dea fortuna

Venezia 76 | Recensione: Babyteeth

Il “cancer movie” – e, per espansione, le storie incentrate su adolescenti malati – è tra i generi più forti del recente cinema americano, capace di intercettare il pubblico giovanile che è uno dei più disponibili a presidiare le sale quando il film dialoga con le emozioni e i turbamenti dei ragazzi. L’approdo festivaliero di Babyteeth dimostra anzitutto l’attenzione nei confronti di un filone popolare che spesso rischia di scadere nella melassa più prevedibile.… Read More Venezia 76 | Recensione: Babyteeth

Recensione: Arrivederci professore

Commedia drammatica ignorata negli Stati Uniti e che sta funzionando solo da noi, arriva dopo un periodo in cui Depp è stato più al centro della cronaca che del cinema. Non ci interessa elencare tutte le storiacce in cui è stato coinvolto; ci interessa, piuttosto, capire quanto quelle vicende condizionano la nostra visione di questo film che da fondo di magazzino estivo è diventato qualcosa di simile a un successo.… Read More Recensione: Arrivederci professore

Cleo dalle 5 alle 7 | Agnès Varda (1962)

Secondo film da regista dopo La pointe courte, quasi un preambolo dell’imminente Novelle Vague, segna la sua consacrazione, un anno più tardi di Lola, il trampolino di lancio del marito Jacques Demy. Come lui, Varda sfugge all’adesione totale al rivoluzionario movimento, preferendo, al pari di Alain Resnais e Chris Marker, giocare da battitore libero, seguendo un’idea di cinema autonoma benché vicina alla sensibilità della new wave.… Read More Cleo dalle 5 alle 7 | Agnès Varda (1962)

Improvvisamente l’estate scorsa | Joseph L. Mankiewicz (1959)

Già solo l’ingresso in scena di Katharine Hepburn – di bianco vestita, vergine fallace, perché così piaceva al marito – è spettacolare, fuori dal tempo ed incarna bene l’assenza di termini per definire chi perde un figlio. Si parte da qui, da questa latitanza lessicale che indica con raro clamore straziante l’indicibilità del dramma, e… Read More Improvvisamente l’estate scorsa | Joseph L. Mankiewicz (1959)

Recensione: Tully

Nella visione del miniaturista Reitman – che non è solo regista di commedie – il dramedy si declina secondo uno schema solido e personale. Si parte da una situazione “sociale” estrapolata dalla realtà ma non adagiata su didascaliche prospettive documentaristiche, si declina il problema in un contesto privato saggiamente definito da una serie di episodi emblematici, si modula la commedia seguendo i codici del genere e si vira verso il dramma pur evitando la tragedia.… Read More Recensione: Tully

Far East Film Festival 20 | Recensione: The 8 Year Engagement

Riesce perché sa orchestrare con sapienza ed abilità i frammenti di un discorso amoroso per buona parte modulato sul commovente monologo di Hisashi e solo in un secondo momento ricalibrato sulla presenza rinata di Mai, impegnata in un tormentato scontro con la se stessa persa nel vuoto dell’amnesia.… Read More Far East Film Festival 20 | Recensione: The 8 Year Engagement

Recensione: A casa tutti bene

Tutto è coperto: la crisi di mezz’età, i tradimenti negati, la malattia, la vecchiaia, la crisi economica, la friendzone, la borghesia arricchita, il matrimonio, le scene primarie, Berlusconi, i comunisti. La grande casa sembra essere troppo piccola, ma più che claustrofobia c’è horror vacui. Guerra totale tra personaggi che occupano gli spazi senza armonia, addirittura si strappano i capelli.… Read More Recensione: A casa tutti bene

Recensione: La linea verticale

La linea verticale risponde alla recente esigenza della tv pubblica di incontrare un pubblico nuovo e rinnovato, per di più proponendolo prima sulla sua piattaforma on demand e solo in un secondo momento su Raitre. Intuisce nella questione del formato la chiave per emanciparsi dalle lunghe durate della prima serata generalista, raccogliendo nell’arco di poco meno di quattro ore un’idea di narrazione puramente televisiva per forme e contenuti.… Read More Recensione: La linea verticale

Recensione: Wonder

Ode alla gentilezza, Wonder è il suo protagonista. Un bambino che, per il suo volto, non può conoscere i vantaggi di fare tappezzeria, come recitava il titolo originale della precedente regia di Stephen Chobsky. Come in quel film (da noi si chiamava Noi siamo infinito), il racconto di formazione si misura con il trauma del non essere considerati, in una particolare sintesi di distacco, adesione, umorismo e sofferenza.… Read More Recensione: Wonder

Recensione: 120 battiti al minuto

120 BATTITI AL MINUTO (120 BATTEMENTS PER MINUTE, Francia, 2017) di Robin Campillo, con Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois, Adèle Haenel, Antoine Reinartz, Félix Maritaud Ariel Borenstein, Aloïse Sauvage, Yves Heck, Emmanuel Ménard, Catherine Vinatier, François Rabette. Storico drammatico. *** La polemica. La censura italiana ha deciso di vietare 120 battiti al minuto ai minori di quattordici anni. È un trattamento che ormai viene… Read More Recensione: 120 battiti al minuto