Dispacci (4) | Freaks Out; Madre paralelas; No Sudden Move; Ai confini del male

FREAKS OUT di Gabriele Mainetti. ★★★ ½

IN SALA. Gestazione lunghissima, post produzione complicata, attesa infinita, mitizzazione preventiva: erano anni che da queste parti non vedevamo un’operazione del genere, con un’ambizione giganteggiante, una progettualità spericolata, un budget lievitato fino a raggiungere la cifra monstre per un film italiano di 14 milioni. Ci sono la sensibilità americana (dalla parte dei freak cioè l’emarginato, linea Spielberg) e la commedia all’italiana (l’avventura picaresca di cialtroni ovvero antieroi), la memoria (i partigiani impavidi, la Roma occupata da nazisti folli e crudeli, il ghetto ebraico) e la fantasia (i superpoteri, le coreografie), l’action e il racconto di formazione. Due ore e rotte (ne erano di più), sapiente ricostruzione e reinvenzione dello spazio, effetti speciali non sempre in palla: si sente tutta l’ossessione smisurata del suo autore, che al secondo film si gioca tutto, credibilità e futuro in primis. Non tutto torna ma ad avercene.

Freaks Out, il trailer del film di Gabriele Mainetti

MADRES PARALELAS di Pedro Almodóvar. ★★ ½

IN SALA. Un film che sembra contenerne due: da una parte, il melodramma al calor bianco nello stile del suo autore, un maestro che ormai ha raggiunto la trasparenza del gesto e la riconoscibilità che esula dal manierismo; dall’altra, la denuncia dell’oblio, la rivendicazione della memoria storica, il disseppellimento dei morti perduti per interrogare i fantasmi di una nazione a disagio col passato. C’è molta teoria sotto la pelle abitata dal film: attraverso la vicenda di due neo-madri in crisi (come ci si diventa se a nostra volta dobbiamo fare i conti con un vuoto genitoriale? Qual è il legame tra il dato biologico e quello umano?), Almodóvar indaga il tema dell’essere figli indesiderati proiettando il privato nel collettivo. Tra dissolvenze di fascino disarmante e passaggi poco intonati (la tecnologia è un male necessario, la vita si scrive a penna sulla carta), la corale femminile funziona fintantoché non si abbandona a qualche banalità (l’attrazione fatale, il fato cinico e baro) e il film trova si compie solo quando approda alla riflessione politica e all’allegoria finale.

Madres Paralelas | trama | trailer | cast | Pedro Almodovar | film | foto |

NO SUDDEN MOVE di Steven Soderbergh. ★★★ ½

IN STREAMING. Alla faccia del ritiro paventato anni fa, Soderbergh è più attivo che mai, sempre pronto a riflettere sullo stato dell’audiovisivo e a interrogarsi sullo statuto delle immagini. Di cosa parliamo quando parliamo di cinema: stavolta c’è di mezzo il noir, col suo classicismo spinto oltre il postmoderno. Come nel precedente Lasciali parlare (quasi un capolavoro), si misura con la possibilità di riformulare oggi un film del passato, che ha fiducia nella regola della trasparenza, nel tradimento della realtà quale privilegiata modalità di traduzione. Nella sua frammentarietà tenuta insieme dal MacGuffin di un documento segreto, la storia è un pretesto per entrare nelle pieghe di un mondo sospeso tra criminalità di seconda fila e capitalismo incipiente e un dispositivo per ripensare la Hollywood classica (dentro ci sono anche il mélo lacerante, la linea comica sommersa, la malinconia di Huston, Ore disperate e Un bacio e una pistola). E poi un cast incredibile, dal protagonista Don Cheadle ai comprimari Ray Liotta, Brendan Fraser, Amy Seimetz.

No Sudden Move: i protagonisti in una foto del film di Steven Soderbergh:  535729 - Movieplayer.it

AI CONFINI DEL MALE di Vincenzo Alfieri. ★★

IN STREAMING. Opera terza di Alfieri, traduce in immagini Il confine di Giorgio Glaviano e guarda esplicitamente a modelli d’oltreoceano (Seven e Prisoners). Se sul piano dei personaggi c’è una chiara referenza a quella tridimensionalità ambigua, è per atmosfere, umori e colori, nonché geografie decentrate e geometrie oblique, che il thriller trova una sua collocazione, recuperando e aggiornando la lezione dei gialli all’italiana: clima sospeso, piccole società chiuse nei loro circuiti immorali, traiettorie morbose, peso del passato che incide sul presente e condiziona il futuro. Indagine su un mostro che imperversa in una piccola comunità, è una catabasi alla ricerca della verità che costeggia le tenebre scandagliandone due solitudini emblematiche (Edoardo Pesce e Massimo Popolizio, col gigionismo automatico). Troppo lungo e confuso, la tensione ne risente: per un giallo è un dramma.

Ai confini del male, il trailer del nuovo film Sky Original con Edoardo  Pesce e Massimo Popolizio

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