Prima di Ginger e Fred, v’era stata al cinema un’altra rimpatriata di vecchie glorie. Senza il pessimismo onirico di Fellini, quella de I ragazzi irresistibili è la rentrée di una coppia di comici che, dopo quarantatre anni di carriera iniziata nel vaudeville, spezzato il già precario equilibrio dai ripetuti screzi e contrasti, si sono lasciati.
Dopo qualche lustro è il nipote di uno di loro che li convince a tornare sul palcoscenico per una solo sera, così da far rivivere il glorioso “sketch del dottore” che li consacrò. Ma non sarà affatto facile, perché riemergono le incomprensioni e gli attriti. Se poi ci mettete che sono due vegliardi ottantenni…
La commedia fu scritta da Neil Simon nel 1972 e la sua trasposizione cinematografica, talvolta, risente abbastanza di questo impianto teatrale. Herbert Ross veniva da alcune commedie di successo (Il gufo e la gattina e Provaci ancora, Sam), ma qui sceglie un basso profillo conscio del ruolo funzionale ad una messinscena votata all’esaltazione dei battute fulminanti e duetti strepitosi.
È certamente un veicolo per i due protagonisti, specialmente per lo straripante Walter Mathhau – all’epoca cinquantacinquenne, recita un personaggio che fa l’attore da cinquantasette anni! – lasciato a briglie sciolte, ma anche per il delizioso e umile settantottenne George Burns, che guadagnò un Oscar come non protagonista (non protagonista?!) e ha vissuto dopo questo film una seconda giovinezza. A suo modo trascinante, ma anche sottilmente acido e malinconico.
I RAGAZZI IRRESISTIBILI (THE SUNSHINE BOYS, U.S.A., 1975) di Herbert Ross, con Walter Matthau, George Burns, Richard Benjamin, Lee Meredith. Commedia. ***
[…] eppure delicata, buffa, mai mielosa, quasi un tentativo di “italianizzare” gli americani Ragazzi irresistibili con i canoni della nostra tradizione brillante (l’ambiente balneare, la dimensione dei ricordi […]
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