THE TAILOR (CÔ BA SÀI-GÒN, Vietnam, 2017) di Trần Bửu Lộc, Nguyễn Kay, con Ngô Thanh Vân, Ninh Dương Lan Ngọc, Oanh Kiều, Thủy Hương, Hồng Vân, Diễm My, Vũ Phạm Diễm My, Nguyễn Cao Sơn Thạch. Commedia. ** ½
Nella Saigon del 1969, Như Ý è una stilista molto stimata che ha costruito la propria carriera producendo l’ao dai, l’abito tradizionale delle donne vietnamite. Ha una figlia, Thanh Mai, che segue la moda della Swinging London e vuole creare vestiti più contemporanei. Dopo un litigio con la madre, attraverso un sortilegio dovuto ad una preziosa pietra, feticcio familiare, finisce nel 2017, dove incontra una se stessa sull’orlo del suicidio.
Grande successo in patria, The Tailor è un film che parte dal microcosmo vietnamita per guardare al pubblico occidentale. Offrendo il piccolo spaccato di una nazione che nella nostra narrazione è spesso relegata alla tragedia bellica, racconta il dopoguerra di un gruppo di donne che, senza uomini, porta avanti il proprio lavoro con dignità, passione e dedizione, non tradendo le proprie radici.
Nella parte storica, ambientata nella colorata casa-laboratorio, le tinte sgargianti delle pareti e delle splendide stoffe e la patina vintage della fotografia riescono a non essere stucchevoli quanto per certi versi l’apparenza imporrebbe. Ma se qui si perdonano certe ingenuità sia narrative che stilistiche, è abbastanza banale lo sviluppo del ritorno al futuro, specie quando mette a contatto la protagonista con il nuovo mondo della moda.
Accanto a questa propaggine di mille epigoni del Diavolo veste Prada, ci sono però i due incontri che danno senso al viaggio nel tempo: l’uno tra la protagonista ventenne, miss Saigon, e la se stessa settantenne, grassa e depressa; l’altro con la sorella adottiva, destinata a rivestire un ruolo decisivo nel percorso di crescita e/o rinascita. E c’è pure una stranissima relazione tra la giovane viaggiatrice e il suo nipote acquisito: entrambi giovani e belli, non appartengono alla stessa dimensione ma flirtano oltre i legami familiari…