Italia ’50s – 20 | Teodora, imperatrice di Bisanzio | Riccardo Freda (1953)

Risultati immagini per teodora riccardo fredaDefinito da qualche critico americano il Cecil B. De Mille italiano per l’analogo senso del peplum, Riccardo Freda era in realtà un regista meno magniloquente e trombone, un fiero, consapevole, sovversivo e prolifico artigiano del cinema popolare capace di saltare da un genere all’altro sempre seguendo la stella polare dell’avventura, elemento fondamentale della sua opera dinamica ed intraprendente.

Con Teodora, imperatrice di Bisanzio ha a disposizione un grosso budget messo garantito dalla Lux e si misura per la prima volta col colore. Ma, mentre i contemporanei esperimenti col sistema rivelavano più che altro un’evidente difficoltà nel maneggiare la novità, complice la precarietà della pellicola della dominante Ferraniacolor (pensiamo al fumettistico Totò a colori), Freda affronta la questione con naturalezza disarmante.

Aiutato dai rutilante apporti delle scenografie di Filiberto Sbardella e dei costumi di Veniero Colasanti, è lampante il divertimento con cui Freda e il suo operatore Rodolfo Lombardi gestiscono i contrasti e le intensità cromatiche; ed è proprio questo atteggiamento così disinvolto che permette al film – molto legato ai consumi popolari dell’epoca – di colpire ancor’oggi per modernità estetica ed equilibrio formale.

Sulla scia di altre operazioni analoghe, si tratta di uno dei ciclici ritorni – conclusi nel decennio successivo ma diffusi nel cinema muto e in quello fascista – del genere storico, dall’ambizione meno kolossal, dotato di una solennità diversa rispetto a Fabiola di Alessandro Blasettti o Gli ultimi giorni di Pompei di Marcel L’Herbier e al contempo lontano dalla pretesa di rappresentare un attendibile documento storiografico.

Come sempre capita nel cinema di Freda, la grande storia è il palinsesto in cui ripensare le storie degli uomini che hanno fatto la storia, preferendo alla pedante attenzione nei confronti dei fatti reali una più ruspante libertà interpretativa. Non ci interessa se Teodora e Giustiniano si siano sposati prima dell’ascesa al trono di lui e non durante il suo impero come vediamo nel film, né le preferenze politiche dell’imperatrice: ci interessa rilevare quanto l’inattendibilità storica sia legata ad una narrazione coerente con il progetto di Freda.

Per lui è più importante che sia appassionante il percorso di Teodora verso e sul trono, la sua avventura nei conflitti di potere e la sua capacità di uscire dalle situazioni di pericolo con maliarda eleganza, consapevolezza dei propri mezzi di seduzione, intelligenza sottile. Anche per via della spiazzante bellezza di Gianna Maria Canale, moglie-musa del regista (doppiata dalla voce seducente di Lydia Simoneschi), è impossibile non restare avvinti dalla sua immagine abbagliante.

Risultati immagini per teodora imperatrice di bisanzio film

Nella sontuosità del contesto, emerge come una dea già miniaturizzata (il quasi-tableux vivant con Giustiniano durante l’assemblea), un’amazzone liberale che si contrappone alla violenza maschile, un volto di straripante attualità, sovrastando il partner completamente abbacinato da lei e tutti gli altri uomini che vorrebbero fregarla, ingannarla, sbarazzarsene solo perché coscienti di non poterla mai avere.

Questo perché Teodora è un melodramma vorticoso e fiammeggiante ma molto equilibrato e lieto, dominato da un personaggio con cui è difficile non empatizzare, una figlia del popolo che arriva in cima all’impero grazie alle sue qualità umane e politiche, ginniche e strategiche, destinata a vivere nella serenità di un amore coniugale dopo aver superato le lotte di potere, il sangue delle vittime, l’ostilità degli avversari, l’arrivismo dei falsi amici, la crudeltà del mondo.

TEODORA, IMPERATRICE DI BISANZIO (Italia-Francia, 1954) di Riccardo Freda, con Gianna Maria Canale, Georges Marchal, Irene Papas, Renato Baldini, Carletto Sposito, Neri Bernardi, Olga Sobelli. Storico epico. ***

Lascia un commento