Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue | Luciano Salce (1969)

Progetto Sordi, le puntate precedenti:

  1. Gastone di Mario Bonnard (1960)
  2. Domenica è sempre domenica di Camillo Mastrocinque (1958)
  3. Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi (1982)
  4. Il boom di Vittorio De Sica (1963)
  5. Le coppie di Mario Monicelli, Alberto Sordi, Vittorio De Sica (1970)
  6. Racconti d’estate di Gianni Franciolini (1958)
  7. Il diavolo di Gian Luigi Polidoro (1963)
  8. Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971)
  9. Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa (1958)
  10. La vedova elettrica di Raymond Bernard (1958)
  11. Tutti a casa di Luigi Comencini (1960)
  12. I nostri mariti di Luigi Filippo D’Amico (1966)
  13. Piccola posta di Steno (1955)
  14. Nestore, l’ultima corsa di Alberto Sordi (1993)
  15. Crimen di Mario Camerini (1960)
  16. Accadde al commissariato di Giorgio Simonelli (1954)
  17. L’ingorgo di Luigi Comencini (1979)
  18. Il seduttore di Franco Rossi (1954)

Agli albori della moda del titolo lungo, prima delle bizzarrie di Lina Wertmüller, sulla scia di Riusciranno i nostri eroi… – ma quanta potenza evocativa nel resoconto didascalico del titolo dell’avventura salgarian-marcaureliana! – e al principio di un filone “onomastico e professionale” che va dall’essenziale Rosolino Paternò, soldato, passa per La prima notte del dottor Danieli, industriale, col complesso del giocattolo e arriva all’esattezza antropologica di Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia.

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In questo caso, tuttavia, non è peregrino pensare che il rutilante titolo sia spia di qualche problema narrativo. Il prof. dott. Tuido tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue è il sequel di Il medico della mutua, che si chiamava così certo perché omonimo del libro di Giuseppe D’Agata all’origine ma anche perché ennesimo capitolo della galleria professionale di Alberto Sordi: dopo la quadrilogia del “maschio italiano” (Il seduttore, Lo scapolo, Il marito, Il vedovo), negli anni Sessanta l’attore è uno de I magliari, Il vigile, Il commissario, Il maestro di Vigevano

Sull’onda del grandissimo successo del Medico, Sordi pensa bene di proseguire il racconto dell’ascesa nel mondo della sanità di Guido Tersilli, uno dei suoi personaggi più memorabili. Un figlio (unico) mammone cresciuto senza padre, accompagnato da donne che non possono competere con il moloch materno. Dedito allo studio per riscatto sociale, espressione totale di una generazione affamata di successo, che reclama per sé un pezzo della torta del benessere economico, bramosa di vendicarsi (dei figli) delle élite e pronta a spodestarli sul campo per merito.

Il prof. dott. Guido Tersilli parla proprio di questo. Nel finale del film precedente c’era il protagonista, seduto in terrazza, che rispondeva al telefono alle chiamate dei pazienti, riservando ai paganti un trattamento più accurato rispetto a quello concesso ai mutuati. Grazie alla seduzione della vedova Bui, ha conquistato gli oltre duemila mutuati del medico deceduto e, tra una visita e l’altra, ha avuto un crollo che l’ha costretto a darsi una calmata. Torna a lavoro, a modo suo, per evitare che i mutuati passino ai colleghi falchi (come lui, più di lui).

In questo sequel Tersilli è diventato primario di una prestigiosa clinica, occupandosi più degli aspetti finanziari e politici che di salute. Permette alla scafata moglie e all’avida madre un invidiabile tenore di vita. Ha chiuso coi mutuati: ora tratta solo con malati ricchi o disposti a pagare per non finire risucchiati dalla burocrazia della mutua. Inoltre, ha assunto il suo mentore e i colleghi astiosi, che però disapprovano (e invidiano) il comportamento del medico, al punto di abbandonare la clinica per isolarlo e mandarlo in malora.

Scritto ancora da Sordi e Sergio Amidei, il film vede un avvicendamento nella regia: da Luigi Zampa, regista storicamente sordiano dalla personalità tuttavia abbastanza solida da poter addomesticare le smanie autoriali dell’attore, si passa a Luciano Salce, attore passato dietro alla macchina da presa con notevole prolificità, lavorando con tutti i colonnelli (soprattutto Ugo Tognazzi ma anche Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Monica Vitti).

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È chiaro: Sordi, ormai diventato anche regista, peraltro impegnato come sceneggiatore e rafforzato dall’eccellente esito commerciale, si comporta da autore. Salce, nelle sue mani, è una pedina, un professionista chiamato a mettere in scena la sceneggiatura. Più che di onesta prestazione d’opera, quella di Salce è un’amministrazione dell’esistente consapevole (in fieri? dapprincipio?) della dilagante presenza di Sordi, che qui capitalizza il successo usando anzitutto il proprio carisma divistico (oltre due miliardi d’incasso, terzo posto stagionale).

Ne viene fuori un pur godibile veicolo d’attore infinitamente meno interessante dell’ottimo prototipo, debole sul piano della critica sociale e fiacco nel ritmo per quanto puntellato con somma intelligenza dal genio Piero Piccioni: la Marcia di Esculapio è diventata negli anni la colonna sonora della monumentalizzazione di Sordi. Giusta l’intuizione sulla potenza dell’immagine garantita da cliniche ad hoc, ma siamo nei pressi della farsa più che della commedia di costume.

IL PROF. DOTT. GUIDO TERSILLI PRIMARIO DELLA CLINICA VILLA CELESTE CONVENZIONATA CON LE MUTUE (Italia, 1969) di Luciano Salce, con Alberto Sordi, Ida Galli, Claudio Gora, Pupella Maggio, Nanda Primavera, Giovanni Nuvoletti, Gino Lavagetto, Ira von Fürstenberg, Sandro Merli, Sandro Dori, Marisa Fabbri, Alessandro Cutolo, Paolo Paoloni, Lino Banfi, Claudia Giannotti. Commedia. **

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