L’autostrada del sole | Carlo Lizzani (1965)

Progetto Sordi, le puntate precedenti:

  1. Gastone di Mario Bonnard (1960)
  2. Domenica è sempre domenica di Camillo Mastrocinque (1958)
  3. Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi (1982)
  4. Il boom di Vittorio De Sica (1963)
  5. Le coppie di Mario Monicelli, Alberto Sordi, Vittorio De Sica (1970)
  6. Racconti d’estate di Gianni Franciolini (1958)
  7. Il diavolo di Gian Luigi Polidoro (1963)
  8. Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971)
  9. Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa (1958)
  10. La vedova elettrica di Raymond Bernard (1958)
  11. Tutti a casa di Luigi Comencini (1960)
  12. I nostri mariti di Luigi Filippo D’Amico (1966)
  13. Piccola posta di Steno (1955)
  14. Nestore, l’ultima corsa di Alberto Sordi (1993)
  15. Crimen di Mario Camerini (1960)
  16. Accadde al commissariato di Giorgio Simonelli (1954)
  17. L’ingorgo di Luigi Comencini (1979)
  18. Il seduttore di Franco Rossi (1954)
  19. Il prof. dott. Guido Tersilli…, di Luciano Salce (1969)
  20. Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958)
  21. In viaggio con papà di Alberto Sordi (1982)
  22. Un eroe dei nostri tempi di Mario Monicelli (1955)
  23. Il conte Max di Giorgio Bianchi (1957)
  24. Le fate di Antonio Pietrangeli (1966)
  25. Mi permette, babbo! di Mario Bonnard (1956)
  26. I due nemici di Guy Hamitlon (1961)
  27. Mio figlio Nerone di Steno (1955)
  28. Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata di Luigi Zampa (1971)
  29. Il giudizio universale di Vittorio De Sica (1961)
  30. Lo sceicco bianco di Federico Fellini (1952)
  31. Finché c’è guerra c’è speranza di Alberto Sordi (1974)
  32. Totò e i re di Roma di Steno e Mario Monicelli (1952)
  33. Il disco volante di Tinto Brass (1964)
  34. La bella di Roma di Luigi Comencini (1955)
  35. I magliari di Francesco Rosi (1959)
  36. Mafioso di Alberto Lattuada (1962)
  37. Sono un fenomeno paranormale di Sergio Corbucci (1985)
  38. Il marito di Nanni Loy e Gianni Puccini (1958)
  39. Il vigile di Luigi Zampa (1960)
  40. Amore mio aiutami di Alberto Sordi (1969)
  41. Bravissimo di Luigi Filippo D’Amico (1955)
  42. Quelle strane occasioni di Luigi Comencini (1976)
  43. Mamma mia, che impressione! di Roberto Savarese (1951)
  44. Lo scapolo di Antonio Pietrangeli (1955)
  45. Un tassinaro a New York di Alberto Sordi (1987)
  46. Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo di Mauro Bolognini (1956)
  47. Vacanze d’inverno di Camillo Mastrocinque (1959)

Sulla carta, a rendere Thrilling diverso dalle altre antologie di episodi degli anni Sessanta è il tema che lega i tre sketch: l’umorismo nero. Più che nero, si tratta di un tentativo di contaminare lo spirito satirico della commedia all’italiana con l’argomento tabù della nostra società, specialmente nel frangente del miracolo economico: la morte. L’omogeneità tematica è garantita da Ruggero Maccari, Ettore Scola e Rodolfo Sonego, impegnati in tutti gli episodi: non una mera accozzaglia di storielle ma una miscellanea a suo modo coerente.

Thrilling (1965)

Scherza con i fanti ma lascia stare i santi: e dunque scherziamo con i fanti, i moschettieri del genere, e mettiamoli in situazioni dominate da istinti omicidi. In realtà l’unico vero moschettiere in campo è proprio Alberto Sordi, perché Walter Chiari (protagonista del primo episodio diretto da Gian Luigi Polidoro) è personaggio più anarchico e Nino Manfredi (star del secondo con la regia di Scola) proprio in quell’anno trova uno spazio precipuo nel filone grazie a Questa volta parliamo di uomini.

Nello stesso 1965, Sordi partecipa a un’altra antologia, più riuscita: I complessi. Come in Guglielmo il dentone (tra le più riuscite maschere dell’attore), anche in questo Thrilling ha l’occasione per buttarsi nella mischia con quelle assurdità tipiche del decennio precedente. Mentre nei lungometraggi diventa attore nazionale, misurato sul metro di una commedia adulta e matura, negli sketch continua a giocare con i tratti grotteschi, i caratteri sopra le righe, le sgradevolezze.

L’autostrada del sole, ultimo episodio di Thrilling, rappresenta l’ultimo bianco e nero di Sordi: un dato interessante, se pensiamo a quanto l’immagine del divo sia associata proprio a questa gamma cromatica. In questo caso la scelta è dettata anche dalla volontà di mettersi accanto sia a un certo tipo di commedia nera inglese a cavallo tra i Quaranta e i Cinquanta sia a un’agilità da ipotetico free cinema che rende il film una piccola mina vagante sia – e forse è la cosa più attendibile – a un alleggerimento congruente agli sceneggiati televisivi.

Da non sottovalutare che dietro la macchina da presa c’è Carlo Lizzani, all’unico incontro con Sordi: un regista medio, un professionista dallo sguardo non esattamente entusiasmante ma che qui gioca proprio con quel genere: il giallo da piccolo schermo. L’equilibrio che crea con Sordi è notevole: da una parte un regista che fa di tutto per asciugare e ottimizzare; dall’altra un attore che spinge il pedale dell’acceleratore per rappresentare un personaggio che – battuta spettacolare, puro Sordi – «non ho dignità, c’ho solo paura».

Sordi fa il Sordi a cavallo tra dopoguerra e boom: un piccolo borghese che rivendica il proprio status di “protagonista dell’italianità” attraverso il feticcio della Cinquecento. Un’automobile con cui non potrebbe viaggiare sulle corsie della neonata autostrada, ma che comunque guida sfrecciando tra tir e fuoristrada con la ridicola spacconeria dell’invidioso amante della propria opinione, ammiccando alle viaggiatrici e sfidando i benestanti.

Thrilling (1965) | Anni '60, Cinema

Contrappasso: rimane in panne, anticipando il futuro La più bella serata della mia vita, di cui L’autostrada del sole è quasi un preambolo, un annuncio scherzoso, un teaser. Finisce, quindi, in una locanda gestita da personaggi inquietanti: si ritrova in un incubo. Finirà bene? Forse, sicuramente in modo frettoloso. Una quarantina di minuti: il ritmo non sempre aiuta, il meccanismo è intrigante ma un po’ stiracchiato, ma è un episodio che azzarda, collauda, inventa qualcosina.

L’AUTOSTRADA DEL SOLE (Italia, 1965) di Carlo Lizzani, con Alberto Sordi, Sylva Koscina, Oretta Fiume, Alessandro Cutolo. Commedia. ** ½

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